IL S.·.G.·.M.·. OTTAVIO GALLEGO PRESENTA IL LIBRO “LA LOGGIA AUSONIA E IL PRIMO GRANDE ORIENTE ITALIANO”

 RITO SIMBOLICO ITALIANO 
 

Nel corso della conferenza stampa tenutasi presso il Villaggio Albergo Belmonte (VAB) di Belmonte Calabro (CS) il 19 maggio 2001 E.·.V.·., il S.·.G.·.M.·. del R.·.S.·.I.·. Ottavio Gallego ha presentato il libro di Pietro Buscalioni “LA LOGGIA AUSONIA E IL PRIMO GRANDE ORIENTE ITALIANO” edito da Brenner Editore sotto l’alto patrocinio della Serenissima Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano.

Il testo, scritto dall’Autore agli inizi del ‘900, non era mai stato sino ad oggi pubblicato in edizione integrale ad alta tiratura.

Il S.·.G.·.M.·. Ottavio Gallego, alla presenza dei rappresentanti di numerose testate giornalistiche e televisive a diffusione nazionale e locale, ha sottolineato l’importanza storica e documentale dell’opera del Buscalioni che, oltre ad offrire un quadro quanto mai dettagliato ed esaustivo della Massoneria Risorgimentale, riesce a ben focalizzare come l’apporto della Stessa, in termini sia di idee che d’azione, sia stato determinante ed imprescindibile al realizzarsi dell’unità d’Italia.

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INDICE DELL’OPERA

I.
Fondazione della Loggia Ausonia
II.
Fondazione del Grande Oriente Italiano
III.
Primi antagonismi tra Cavouriani e Garibaldini
IV.
Inaugurazione del Tempio massonico dell’Ausonia
V.
La politica cavouriana e la Società Nazionale nella spedizione dei Mille
VI.
Lotte e attacchi contro La Farina e la Società Nazionale
VII.
La Loggia Ausonia e la spedizione dei Mille
VIII.
La Loggia Ausonia e le elezioni al primo Parlamento Italiano
IX.
Fondazione della Loggia “Il Progresso” in Torino e del Gran Concistoro Nazionale di Palermo – Mazzini e la Massoneria dissidente
X.
Camillo Cavour e la Loggia “Ausonia”
XI.
Programma della Massoneria italiana ricostituita – Elezioni di Costantino Nigra a Gran Maestro
XII.
La fondazione delle Logge “Fabio Massimo” in Roma e “Cavour” in Torino – Dimissioni di Costantino Nigra
XIII.
La prima Assemblea Costituente – Rielezione di Costantino Nigra a Gran Maestro
XIV.
Il Grande Oriente definitivo – Nuova rinuncia di Costantino Nigra
XV.
Fondazione delle Logge “La Sebezia” e del Grande Oriente di Napoli
XVI.
Carlo Michele Buscalioni assume la direzione politica dell’Ordine – Sua Biografia
XVII.
Contrasti fra Carlo Michele Buscalioni e Francesco Crispi per antagonismi relativi al programma d’azione della Massoneria Italiana – Giuseppe Garibaldi e Filippo Cordova candidati alla Suprema Carica dell’Ordine – Prima assemblea delle società democratiche in Genova – Creazione del Grande Oriente di Palermo sotto la Grande Maestranza di Garibaldi
XVIII.
Fondazione della Loggia “Dante Alighieri” in Torino
XIX.
Seconda Assemblea Generale della Massoneria in Torino per la nomina di un nuovo Gran Maestro – Buscalioni, per interesse di partito contrario alla candidatura di Garibaldi – Elezione di Filippo Cordova
XX.
Cenni su Filippo Cordova – I giornali clericali e la sua elezione
XXI.
Ribellione della Loggia “Dante Alighieri” contro il Grande Oriente Italiano per la mancata elezione di Garibaldi a Gran Maestro dell’Ordine
XXII.
Il Grande Oriente Italiano rende omaggio a Garibaldi
XXIII.
Investitura dei Gran Maestro Filippo Cordova – Installazione dei Grandi Dignitari eletti sotto di lui – Dimissioni di Livio Zambeccari da membro del Supremo Consiglio
XXIV.
Trattative per l’unione del Gran Concistoro di Palermo al Grande Oriente Italiano
XXV.
Riconoscimento del Grande Oriente Italiano da parte delle Potenze Massoniche Estere
XXVI.
Morte del Gran Maestro belga Verhaegen – Onoranze Funebri celebrate in suo onore nel Tempio del Grande Oriente Italiano
XXVII.
Seconda Assemblea delle Società Democratiche in Genova – L’Associazione Emancipatrice – Sarnico ed Aspromonte e Seduta storica in una Loggia di Palermo
XXVIII.
La Massoneria Italiana all’avanguardia del movimento nazionale – Dissidi tra il Grande Oriente Italiano sedente in Torino e quello di Palermo per antagonismo politico e divergenze di metodo per la conquista di Roma
XXIX.
La Loggia “Fabio Massimo” di Roma solidale col Grande Oriente Italiano
XXX.
Persecuzioni alla Massoneria nell’Italia Meridionale – Perquisizioni e arresti nelle Logge “Azione e Fede” di Pisa e “Fabio Massimo” di Roma
XXXI.
La Massoneria evoca l’armistizio per Garibaldi e la grazia per i disertori che lo seguirono – Consegna di una medaglia all’eroe
XXXII.
Costituzionalità della Massoneria Europea nel 1862 e sua solidarietà col Grande Oriente Italiano sedente in Torino – Le Logge “Trionfo Ligure” e “Amici veri dei virtuosi” ammesse all’obbedienza del Grande Oriente
XXXIII.
Fondazione della Loggia Osiride
XXXIV.
Intermezzo storico: la preponderanza assoluta del sentimento monarchico in Piemonte rende Garibaldi meno popolare sia in questa che nelle altre regioni italiane – Piemontesismo e Consorterie – La stampa torinese nel 1862
XXXV.
Polemiche tra i giornali massonici per Sarnico ed Aspromonte

 

a cura di Carlo Rondelli

 


 

OTTAVIO GALLEGO

GRAN MAESTRO DEGLI ARCHITETTI

DEL RITO SIMBOLICO ITALIANO
Belmonte Calabro, 19/05/2001

Il S.G.M. Ottavio Gallego
Il S.G.M. Ottavio Gallego

Se andiamo a cercare sul vocabolario il verbo “risorgere” vediamo che esso è usato spesso in senso figurativo, con significato analogo a “risuscitare” o “rinascere”, con allusione al superamento di una condizione precedente identificabile nella morte, nella distruzione, nella decadenza, oppure in una prostrazione fisica, morale, economica ecc. Così il Devoto.

Quando poi si parla di Risorgimento – con la maiuscola – si allude ad un preciso periodo della storia italiana, le cui vicende furono decisamente influenzate dall’Istituzione massonica: e su questo tema sono stati versati fiumi di inchiostro, spesso rimandando il lettore da un testo all’altro per trovarvi le medesime notizie.

Spicca invece per originalità il presente lavoro del Fratello Pietro Buscalione, che risale agli inizi del XX secolo, tanto da essere menzionato a pag. 341 della “Rivista Massonica” n. 8 dei 1914; ne fu progettata la pubblicazione a cura della Gran Loggia d’Italia di Rito Simbolico Italiano, come si evince da una Circolare del 30 ottobre 1915 della medesima Gran Loggia, ma non risulta che tale progetto sia stato poi realizzato. Invece, in occasione del primo centenario della Loggia Madre “Ausonia” nell’ottobre 1959, ne fu pubblicato un estratto; infine nel 1992 la medesima R.·.L.·. “Ausonia” ne curò la stampa integrale ma con una tiratura limitatissima riservata ai suoi membri.

Oggi finalmente siamo in grado di offrire sia ai Fratelli sia al mondo profano, che certamente apprezzerà la ricca documentazione e, come ho già detto, il taglio originale dell’opera, questo volume al cui Autore vanno riconosciuti anche altri meriti oltre all’accuratezza della ricerca storica: in primo luogo l’aver dimostrato come la nascita della Loggia Madre “Ausonia” abbia segnato l’affrancamento della Massoneria italiana dai pesanti legami di dipendenza dalle Istituzioni straniere.

In secondo luogo, l’aver ricordato l’apporto significativo di idee e di azione da parte di illustri esponenti della vita sociale e politica dell’epoca, tutti appartenenti alla Loggia Ausonia, non solo alla crescita della medesima Loggia e con essa del Rito Simbolico Italiano e della Istituzione massonica, ma soprattutto nel mondo profano al realizzarsi dell’unità d’Italia attraverso i moti risorgimentali. Questo, a mio avviso, è l’aspetto più importante del lavoro di Pietro Buscalioni, che oggi ho l’onore di presentare.

A questo punto vorrei approfondire la tematica risorgimentale negli altri suoi aspetti e cioè come rinascita per mezzo della quale si supera una condizione di decadenza dei valori, tale da provocare la distruzione dell’uomo in quelle che sono le sue prerogative tradizionali di fenomeno unico e irripetibile e dotato di una dimensione noetica.

Così adesso il compito della massoneria non è più volto a favorire un risorgimento nazionale dal punto di vista politico e sociale – anche se ce ne sarebbe bisogno – bensì quello di stimolare una rinascita interiore, dopo la distruzione di tutto ciò che è di ostacolo all’evoluzione umana: come la mitica Fenice rinasce dalle proprie ceneri dopo aver sperimentato il Fuoco purificatore, così anche noi dovremmo dare alle fiamme il superfluo e rialzarci “rinati” dalla bara di Hiram.

Noi massoni siamo abituati a servirci dei simboli per meglio comprendere ciò che difficilmente si può spiegare a parole, in quanto ad un certo livello mentale ed ancor più a livello spirituale il comune linguaggio, che appartiene alla mente razionale, diventa inadeguato ed occorre allora ricorrere al linguaggio simbolico, che ha il duplice vantaggio di comunicare direttamente con l’inconscio e di esprimere con una sola immagine o suono o parola quella realtà di cui è il segno.

Entra allora in gioco una funzione psichica che l’uomo moderno non è più abituato ad usare, avendola sostituita e bloccata con la razionalità: mi riferisco all’intuizione, la quale rende possibile una conoscenza immediata, globale, sintetica, senza far ricorso al processo logico che normalmente è alla base dell’apprendimento. Anche l’intuizione usa il linguaggio del simbolo nei suoi messaggi, che in un secondo momento toccherà alla razionalità decodificare.

Linguaggio simbolico ed intuizione possono indicarci la via mediante la quale potremo iniziare il nostro “risorgimento”, la nostra rinascita che abbiamo già sperimentato quando, al momento dell’iniziazione, abbiamo lasciato che il profano morisse per far nascere il massone; e che si debba seguire un cammino tradizionale, usando mezzi diversi da quelli di cui ci serviamo nella vita di ogni giorno, è indispensabile per poter sfuggire alle trappole della dualità che distingue fra bene e male e identifica l’etica nella morale corrente.

Ma la psicologia dell’essere insegna che gli opposti debbono essere vissuti non come contrari ma come complementari: nelle ore dell’alba e del crepuscolo, chi mai è in grado di dire quando esattamente la notte diventa giorno e viceversa? E la sociologia e la storia ci insegnano come ciò che è considerato “bene” in una certa epoca ed in un certo luogo sia “male” in luoghi e tempi diversi, perché la morale è un prodotto della società e non della natura umana.

Questa invece conosce, in maniera più o meno consapevole, i principi immutabili e fondamentali correlati ai suoi istinti vitali ed al progetto evolutivo del Grande Architetto dell’Universo: è perciò compito di ciascun uomo tendere alla consapevolezza e mantenere questa tensione durante tutto il suo arco esistenziale. Ciò è possibile in quanto l’essere umano ha questa particolarità: che all’indebolimento fisico, cui talvolta si accompagna anche quello mentale, al diminuire delle energie biopsichiche, non corrisponde l’indebolimento o la perdita delle energie transpersonali, per cui la linea della sua vita interiore è sempre e comunque una curva ascendente.

Ma torniamo alla nostra Fenice ed a ciò che questo simbolo ci suggerisce. Due sono le tematiche fondamentali da prendere in considerazione: la distruzione per mezzo del fuoco, che corrisponde al decondizionamento; la rinascita, ossia la presa di coscienza della nostra realtà.

Cominciamo dal decondizionamento e diciamo subito che il termine “condizionamento” ha assunto una connotazione negativa che spesso non corrisponde alla realtà. A ben pensarci, tutto il processo di apprendimento, tutto l’imprinting socio-culturale che consente ad un individuo di rapportarsi con il mondo esterno secondo le regole della società di appartenenza, tutto questo lo condiziona in maniera inutile. Al momento in cui queste regole creano un superego in senso freudiano l’individuo perde la sua libertà e la sua spontaneità e rimane prigioniero di una trappola dalla quale potrà uscire solo distruggendo pregiudizi e preconcetti.

Questo è uno dei compiti della massoneria che da sempre si pone controcorrente rispetto all’andazzo politico e sociale: essa fa sì che l’uomo prenda coscienza dell’assurdità di certe imposizioni e, abbandonando i “metalli” al momento della sua iniziazione, faccia seguire alla presa di coscienza la volontà di liberarsi da quei pregiudizi e da quei preconcetti che ostacolano un giusto operare. Ed infatti la giustizia, secondo il concetto evangelico, non è un dare a tutti la stessa cosa, bensì dare ad ognuno il suo: essa corrisponde all’altro concetto che la massoneria propugna, e cioè l’uguaglianza.

Il massone dunque rifugge dal giudizio a priori ed usa l’intuizione per comprendere le necessità altrui ed offrire un aiuto adatto alle circostanze; ma soprattutto egli sa che tutti gli uomini hanno uguale diritto ad evolvere e dando ad ognuno il suo – materialmente ma soprattutto affettivamente – fa sì che questo diritto sia rispettato. Le modalità dunque devono tener conto della diversità esistente fra gli esseri umani, per cui le vie della Realizzazione sono diverse ed ognuno può avvicinarsi alla meta solo percorrendo quella che gli è propria. Ecco perché il maestro massone non imporrà mai regole e valori propri ma aiuterà i suoi fratelli in umanità a conoscere se stessi.

Da qui incomincia la rinascita, l’inizio di una vita nuova, il volo della Fenice liberata dalla spoglia che le fiamme hanno consumato. Questo simbolo ci fa comprendere come liberarsi – qualunque sia stata la nostra prigione – significhi riacquistare una carica energetica che altri o noi stessi ci avevano tolto, una energia che necessita di un nuovo investimento per evitare che si cristallizzi. Quindi non è sufficiente una “libertà da…” se essa non si concretizza in una “libertà per…”: e la mancanza di quest’ultima produce i suoi effetti deleteri ben visibili nella nostra società, a partire dalla violenza senza scopo dei giovani che non sanno come impiegare il loro potenziale energetico, per finire con il malcostume politico che non sa come impiegare le ricchezze soprattutto intellettuali del nostro paese.

La libertà dunque è un altro dei cardini fondamentali della Istituzione massonica: e la libertà si esercita anche nella scelta della Via più adatta per la propria realizzazione. Si è visto che la Fenice rinasce dalle proprie ceneri per librarsi nuovamente in volo e questo processo si ripete più volte nella vita di ogni uomo, perché ogni presa di coscienza, ogni decondizionamento, ogni mutamento di livello costituiscono una “piccola morte” indispensabile per l’acquisizione di una nuova consapevolezza, di un nuovo stato di essere. Non a caso tutto il simbolismo del passaggio al Terzo Grado è imperniato sul tema della morte e della rinascita: distrutto l’uomo vecchio, occorre lavorare alla creazione dell’uomo nuovo, compiendo un salto di qualità che permetta l’accesso ad uno stato di coscienza superiore, cioè diverso da quello ordinario. In tal modo, colui che ha raggiunto la “maestria” non solo diventa consapevole di molti aspetti della realtà che di solito trascura, ma soprattutto acquista un’ottica diversa, che gli consente l’integrazione non solo tra i vari livelli che lo compongono, e quindi la sperimentazione della sua totalità, ma anche tra il suo mondo esterno, i suoi simili e tutti i Regni della Natura.

Dal lato pratico, è interessante notare come occorra una minima quantità di energia biopsichica, un atto di volontà preciso e finalizzato, per attivare un processo trasformativo che metta a disposizione dell’uomo l’immensa energia cosmica nella quale si va inserendo: cosi un input ricevuto in una cerimonia iniziatica può cambiare radicalmente l’esistenza di un uomo che da quel momento vivrà se stesso non solo come individuo, ma come parte integrante ed integrata dell’umanità.

Le condizioni che precedono inducono a ritenere opportuna e importante la pubblicazione di quest’opera in un momento in cui l’unità nazionale è minacciata da una disgregazione tanto più pericolosa in quanto l’erosione del senso di appartenenza avviene all’interno del gruppo sociale: e si sa che il sentimento di fratellanza universale non deve escludere ma potenziare i legami tra i gruppi più ristretti.

Dunque ben venga il richiamo di Buscalioni a quei valori immutabili che resero possibile il Risorgimento storico e che oggi possono motivare un Risorgimento etico.

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EDIZIONE SPECIALE NUMERATA A TIRATURA LIMITATA