COMUNICAZIONI E PERCEZIONI

Quando riceviamo l’iniziazione percepiamo qualcosa al di là del normale modo di comprendere.

Ogni tentativo di descrizione di quanto percepiamo non conduce a niente. Sono stati spesi milioni di parole in innumerevoli scritti, ma il risultato rimane li, visibile a tutti : la differenza fra quanto appreso per via iniziatica e quanto si può apprendere dalle descrizioni è abissale. Sono due mondi diversi.

Ed è bene che sia così, altrimenti si correrebbe il rischio di conseguire l’iniziazione tramite un corso per corrispondenza.

Questo vale anche per ogni successiva ricerca iniziatica.  Eppure, tramite l’Arte, già da ora è possibile convivere con le intuizioni, in misura nettamente superiore rispetto ad ogni genere di disquisizione di carattere intellettuale o culturale. Ma tutto questo si riferisce a chi vede attraverso l’Arte. Rimane il grande problema di colui che crea i messaggi artistici. Purtroppo essere grandi Artisti, capaci di creare vere opere d’Arte è privilegio di pochissimi.

E’ forse possibile utilizzare altri mezzi ? Senza essere grandi Artisti, si possono usare mezzi efficaci e poco dispendiosi per generare condizioni che possano suscitare risonanze iniziatiche in coloro che hanno una sensibilità interiore adatta a riceverle ?

Le immagini che seguono non sono certamente l’opera di un Artista. Sono state generate con mezzi relativamente semplici, alla portata di molti. Preghiamo i lettori di osservarle con attenzione, cercando di sondare nella propria interiorità, alla ricerca della presenza di risonanze inesprimibili.

Prima pagina

Si tratta di un’immagine senza un particolare punto di focalizzazione.

Il centro dell’immagine potrebbe anche essere considerato un “fuoco”, tuttavia è troppo indefinibile per attrarre una stabile attenzione.

Allo scopo di agevolare il lettore nella propria ricerca interiore, poniamo qualche domanda :

  • Il lettore riesce a percepire un qualche genere di messaggio ?
  • Oppure è un messaggio senza un contenuto ?
  • Se ha un contenuto, l’immagine suscita percezioni temporali riferibili a un passato o a un futuro ?
  • Oppure semplicemente è nel presente e solo nel presente ?
  • Come potrebbe essere messa in relazione con la nostra esistenza ?

Seconda pagina

Compare, sovrapposta alla precedente immagine, una striscia convenzionale di terreno.

Compare una dualità. Si osservi che il cielo è quello di prima e non ha un fuoco definibile. Neanche il terreno.

Pur tuttavia, rispetto alla pagina precedente,  l’immagine appare profondamente diversa. Perché ?

  • Perché la presenza della terra fa apparire il cielo come immanente ?
  • Come nel caso precedente, l’immagine suscita percezioni temporali riferibili a un passato o a un futuro ?
  • Oppure semplicemente è nel presente ?
  • Come potrebbe essere messa in relazione con la nostra stessa esistenza ?

Facciamo osservare che l’idea di immanenza appartiene alle “cose” indefinibili, eppure basta una semplice e grossolana immagine per far passare un messaggio difficilissimo e sfuggente.

Terza pagina

Compaiono, sovrapposte alla precedente immagine, quattro linee tracciate sulla terra, convergenti verso un punto all’infinito.

Compare una focalizzazione potenziale. Il messaggio dell’immagine appare profondamente diverso da quelle precedenti.

Perché ?

  • Compare forse un sottile messaggio che si riferisce ad un futuro in potenza ?
  • Come potrebbe essere messo in relazione con la nostra esistenza ?
  • Passa anche un  messaggio che ci suggerisce una risonanza interiore con un cammino verso  l’infinito ?

Si deve notare che la focalizzazione sul punto di convergenza delle quattro linee rappresenta un punto e  non un oggetto definito.

Quarta pagina

Ora compare un oggetto definito all’orizzonte.

Le quattro linee convergono su di esso.

Il precedente cammino verso l’infinito si trasforma in un obiettivo raggiungibile, anche se ancora lontano.

  • Siamo forse entrati nel divenire ?
  • Siamo in procinto di passare dalla potenza all’atto ?
  • Quale trasformazione esistenziale avviene in noi nel passare dalla potenza all’atto ?

 

Quinta pagina

L’oggetto è più vicino.

Siamo noi che ci avviciniamo, oppure è l’oggetto che diventa più raggiungibile ?

Cerchiamo di scrutare entro di noi.

L’immagine irreale, quasi onirica,crea in noi uno strano miscuglio fra potenza ed atto ?

  • Quali percezioni ci arrivano  ?
  • C’è ancora una componente di immanenza?
  • Ma al di là dell’immanenza, si percepisce la presenza di un’esistenza di ordine superiore ?

 

Sesta pagina

L’oggetto è sempre più vicino.

La percezione del mondo  oltre l’oggetto tende a svanire

L’oggetto tende ad identificarsi sempre più con il tempo presente.

  • La differente distanza rispetto alla precedente immagine basta da sola a spiegare le nuove percezioni ?
  • Come sta variando la coscienza del nostro Io che osserva ?

Settima pagina

L’oggetto è praticamente a portata di mano.

L’oggetto si identifica con il tempo presente.

Ora la manifestazione, o atto, soverchia ogni forma di potenza.

Il cammino percorso dalla prima immagine, all’interno delle nostre percezioni, ci suggerisce forse che un medesimo modello funzionale possa applicarsi alla nostra coscienza di osservatori di eventi ?

Ottava pagina

Lo sfondo non esiste praticamente più.

Si afferma l’ immanenza dell’oggetto fisico

L’evento rappresentato dall’immagine è sempre più soverchiante.

  • L’immanenza fisica è analoga a quella seconda e terza pagina ?
  • Oppure si tratta di due cose diverse ?

Nona pagina

E’ l’ultima pagina della sequenza di immagini

Il passaggio finale è molto drastico. Non esiste più nulla degli sfondi infiniti delle prime pagine. Eppure si tratta del medesimo oggetto.

E’ la nostra coscienza di osservatori che cambia. Ogni immagine rappresenta un evento, che è sempre il medesimo. Se si osserva bene variano solo i punti di vista.

Forse dobbiamo prendere in considerazione che la cosiddetta realtà obiettiva degli eventi non è poi così obiettiva come si può pensare.

  • Dobbiamo incominciare a pensare che possano coesistere due tipi di eventi ? Quelli esterni degli oggetti e quelli interni della coscienza dell’osservatore ?
  • Se così fosse,  non dobbiamo forse incominciare a pensare che l’unico approccio logico, per riuscire a conciliare i due tipi di eventi, è quello percettivo-esistenziale e non quello deterministico di causa ed effetto ?

CONCLUSIONI

Le immagini presentate sono quelle che sono. Sono state preparate con mezzi semplici, senza una specifica preparazione artistica e, ovviamente, senza alcuna pretesa di essere un’opera d’Arte. Tuttavia, si deve prendere atto che comunicano  messaggi sottili. Quanto efficacemente lo deve giudicare il lettore

Il lettore, però, si deve anche domandare se il genere di tali messaggi sottili ha qualche relazione con il genere di percezioni che sono state intuite e colte nel gabinetto di riflessione.

Inoltre, ribaltando completamente l’argomento, dobbiamo domandarci se un qualsiasi scritto, non importa di quale livello artistico, sarebbe stato in grado di comunicare percezioni, qualitativamente equivalenti, dello stesso genere di quelle comunicate dalle forme delle immagini.

Perciò dobbiamo ragionevolmente concludere che con i nuovi mezzi mediatici si rendano disponibili nuove vie di espressione, aperte anche a coloro che non sono Artisti come al momento attuale si intende. Se poi qualche grande Artista si vorrà dedicare a studiare più a fondo i nuovi mezzi, sarà per tutti un motivo di gioia.

Tutto un mondo da scoprire.

Fr. RSI