EDUCAZIONE ED IGNORANZA

ilViaggioCosa s’intende per Educazione? La gentilezza nei modi? Il comportarsi civilmente? Oppure si deve intendere Educazione quale sinonimo di Conoscenza? Il termine Educazione deriva dal latino educare che a sua volta è un intensivo di educere, quest’ultimo lemma è composto di ex e duco: letteralmente significa traggo da, ma anche allevo. Più propriamente, l’educazione è il metodico conferimento di principi intellettuali e morali, validi a determinati fini, in accordo con le esigenze dell’individuo e della società.
Il fine ultimo del processo educativo è condurre ad un conveniente livello di maturità intellettuale e morale un individuo, un discepolo (letteralmente: colui che impara), un apprendista; poiché il processo educativo è sostanzialmente apprendimento. Durante il Settecento, il filosofo massone Gotthold E. Lessing scrive nel suo trattato sull’Educazione del Genere umano: <<l’educazione è come una rivelazione per il singolo uomo; e la rivelazione è un’educazione che è stata e ancor ora continua ad essere impartita al genere umano>>. Pertanto, estrapolando, il filosofo tedesco caratterizzava l’apprendimento come continuo progresso, come continua tensione verso la luce, come uscita dalle tenebre dell’ignoranza avente come fine il raggiungimento dell’illuminazione, ovvero della Conoscenza latu sensu. Nel rituale massonico è ricorrente il termine “luce”, quindi oserei affermare che il concetto d’Educazione, vista come tensione verso la luce, è insito nella Massoneria, dalla mia prima tavola ricordo che la luce della saggezza, la quale s’identifica con Minerva, nei lavori massonici è appannaggio del MV e diversi altri passi nel Rito richiamano la luce come “fonte di saggezza”. Pertanto, mi sento di poter dire che l’Educazione, oggetto di questa tavola, debba essere intesa come “Conoscenza” ed in questo il cammino massonico dell’iniziato può essere visto come cammino d’autoperfezionamento, d’acquisizione di maggior conoscenza (e coscienza) di sé, degli altri uomini, del Mondo e in ultima istanza del GADU. In questo processo d’autoperfezionamento ovvero d’Educazione dell’individuo, che potrebbe essere anche chiamato “cammino di luce” o meglio “verso la luce”, i Lavori di Loggia sono assai importanti poiché è in quel momento che la Sapienza che promana da Oriente si esalta e raggiunge la sua massima Potenza. Affinché però i Lavori possano operare quest’esaltazione della Conoscenza, è necessario che il Rituale sia rispettato ed eseguito correttamente, poiché il Rito favorisce la concentrazione dei FF e li predispone maggiormente alla ricezione della conoscenza, perciò si può affermare che l’Educazione in Massoneria, nel suo significato più “profano”, può anche essere intesa come corretta esecuzione del Rituale e comportamento civile durante i Lavori. Il processo d’autoperfezionamento anzidetto è sostanzialmente personale, ma può essere coadiuvato direttamente od indirettamente dai FF, infatti, essi possono agevolare il progresso interiore ed illuminare con la loro Sapienza, sostenendo gli apprendisti nel loro cammino di luce.
Tuttavia la luce ha una sua controparte negativa, possiede cioè come tutte le Cose il suo Opposto: le tenebre, identificate sovente con l’Ignoranza. Cos’è l’ignoranza? Potrei affermare che essa è, massonicamente, l’oscurità non visibile, l’uomo non illuminato vive nelle tenebre ed è ignorante ed indigente. Mediante l’iniziazione massonica egli riceve la luce ed esce dalle tenebre: quando gli viene tolta la benda dagli occhi, egli riceve la luce fisica. Successivamente, egli procede nell’illuminazione, passando da un Grado ad un altro superiore, perfezionandosi ed accrescendo la sua Conoscenza, educandosi. L’ignoranza quindi è la condizione profana, di non iniziati di persone che non hanno cominciato il cammino d’autoperfezionamento, ma per il Massone, ignoranza sono anche le passioni egoistiche che impediscono di perseguire gli ideali di perfezionamento suddetti e che riattirano nelle tenebre l’iniziato. Sono dunque i condizionamenti del mondo che ci circonda che spesso c’impediscono di progredire nel nostro processo d’educazione, che ci fanno ripiombare nelle profondità delle tenebre dell’ignoranza od anche che ci deviano dalla strada della conoscenza e ci fanno credere in una falsa Sapienza, spesso non conosciamo bensì crediamo di conoscere. Si pensi al mito della caverna nella Repubblica di Platone, la visione delle statue, o meglio delle loro ombre, è la PìstiV ossia la credenza, mentre quando l’uomo della caverna passa dalla visione delle ombre alla visione degli oggetti veri, nella piena luce solare, poiché è stato tratto fuori dalla caverna ove era relegato, allora ha prima una visione mediata (inizialmente riflessa, poiché abbagliato dalla luce) poi vera degli oggetti in sé. Ebbene, noi dobbiamo liberarci di tutto ciò che d’artificiale si è accumulato intorno al nucleo più profondo dell’essere attraverso quel processo che la scienza massonica insegna nel suo simbolismo e nei suoi rituali, noi dobbiamo, grazie alla Massoneria, liberarci e giungere (o forse è più corretto dire tendere), al raggiungimento della visione reale del Mondo, dobbiamo tendere alla pura intellezione (NóesiV). In una parola, dobbiamo affrancarci dall’Ignoranza, ed evitare i condizionamenti del mondo profano e le false credenze, se vogliamo perseguire veramente la via dell’autoperfezionamento e della Conoscenza. Altrimenti resteremo nell’Ignoranza, e la nostra iniziazione sarà puramente virtuale.
Ma l’uomo tende per natura alla Conoscenza, all’Educazione, all’autoperfezionamento? Il selvaggio che esce dalla caverna e rimane abbagliato non avrà forse l’impulso di ritornare nella caverna, di rimanere nell’Ignoranza e nella credenza piuttosto che sforzarsi di vedere, di comprendere le reali forme del Mondo? Forse sì, poiché la Conoscenza e l’Educazione sono uno sforzo cui uomini indolenti o rassegnati alla loro condizione d’indigenza preferiscono non sottoporsi, le mete suddette dunque sono proprie solo per persone che vogliono anche “soffrire” e mettersi in discussione, poiché non vi può essere miglioramento senza sacrificio. Tuttavia spesso mi sono chiesto se l’Ignoranza è cosa negativa. Perché la Luce deve essere assimilata alla gioia, a sentimenti positivi e, di contro, le Tenebre, l’oscurità sono quasi sempre associati a sentimenti negativi, al dolore? L’apprendimento e la Conoscenza possono essere un peso eccessivo non solo per l’Uomo indolente o rassegnato ma anche per la persona che tende all’illuminazione. Johann G. Fichte, illustre filosofo massone di epoca Illuminista, nel suo celebre corso di lezioni del 1794 sulla Missione del dotto, afferma, riprendendo i concetti propri anche di Lessing, che uno dei fini del massone è l’autoperfezionamento per essere utile a sé ed all’Umanità, tuttavia questa alta missione deve prevedere uno sforzo per superare, nella personalità del saggio, i vincoli empirici e i contrasti contingenti. Ebbene anche l’iniziato più convinto può spaventarsi davanti ad un compito così oneroso, a volte il ritornare nella caverna salva l’uomo dalla Verità, dalla Conoscenza del mondo, dalla sua comprensione. Come affermava il Guicciardini nei suoi Ricordi, la persona che Conosce è infelice poiché non può non riconoscere le storture del Mondo e pertanto soffrirne. Ecco dunque il rifugio nell’Ignoranza, la fuga dalla intellezione e, per certi aspetti, il mito del buon selvaggio, della persona che isolata dalla Conoscenza del mondo diviene per Natura felice poiché ignora e non viene traviata dall’egoismo degli uomini, ma è anche inutile al prossimo. Peraltro, anche la continua tensione al perfezionamento può essere fonte d’infelicità, di delusione per una meta che non potrà mai essere raggiunta, tendere sempre verso la Conoscenza assoluta, sapendo che mai un uomo, neanche un iniziato, potrà raggiungerla, può causare dolore, dunque perché tentare? Perché non accontentarsi del livello raggiunto o di una meta più prossima? Perché non pascersi semplicemente di quello che già sappiamo? Vivere nell’autocompiacimento della propria erudizione, dell’Educazione fino ad allora ottenuta? Forse perché anche questa è Ignoranza, è indigenza, è un sapere sterile, privo di azione, è puro pensiero speculativo sostanzialmente privo di utilità per il genere umano, credo che un Massone che si accontenti di ciò che sa, che ritiene di aver già raggiunto la meta venga meno al principio di Fratellanza che anima la Massoneria, poiché si compiace della sua Educazione, ma così facendo, spesso, non la mette al servizio del Mondo. Tuttavia, non si possono biasimare le persone che, consce dei propri limiti, avvertono che non possono più proseguire oltre nella loro ricerca, che non possono più approfondire la loro Conoscenza poiché ciò rende oltremodo ingrato il loro procedere, vedono troppo bene la distanza che li separa dalla meta e sanno che essa è sostanzialmente incolmabile. Orbene, una persona che pur fermandosi mette al servizio di coloro che proseguono la sua Sapienza e Conoscenza, la sua Educazione sarà comunque utile alla causa, ma chi si profonda nelle tenebre dell’ignoranza per scelta o chi devia dalla retta via perché distratto dagli egoismi e dalle lusinghe della vita profana o chi si pasce d’un Educazione sterile e fine a se stessa è perso forse per sempre (giacché la speranza non muore mai). Nel primo caso è forse un’oscurità men dura, rischiarata da una Luna amica, immagine pallida ma ristoratrice e benevola del Sole, che brilla della sua luce riflessa e forse si può confidare che tale persona cresca egualmente interiormente, nell’aiutare gli altri, seppur più lentamente.

T. C.