RITO SIMBOLICO ITALIANO 

STUDI DI ORDINAMENTI INIZIATICI


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ESOTERISMO CRISTIANO, ESOTERISMO ISLAMICO

di Salvi Piazza

Salvi Piazza

Laureato in filosofia, con una tesi sulla fenomenologia religiosa, è stato collaboratore del Prof. Fausto Salvoni e docente presso la Facoltà Biblica Internazionale di Milano.
Abilitato all'insegnamento della psicologia, si è dedicato alla pratica e all'insegnamento della psicologia esoterica, della simbologia dei Tarocchi, della astrologia esoterica e della filosofia rosacrociana.
E' studioso di lingue e culture orientali (diploma ISMEO in lingua e cultura arabo-islamica).
Da vari anni dirige una scuola internazionale di esoterismo.
Ha svolto un'intensa attività di conferenziere in Italia e Svizzera.
Ha pubblicato articoli e studi su importanti riviste di scienze esoteriche.
E' esperto in tecniche di respirazione, massaggio ayurvedico, meditazione dinamica e trascendentale.
Svolge attività di counselling ed aiuto per la risoluzione di problematiche esistenziali ed il recupero delle energie interiori.

La visione esoterica dell’ uomo, sia nella cultura islamica che in quella cristiana, poggia su di un principio fondamentale, espresso molto chiaramente dal Maestro Eckhart, mistico del XIV secolo: nell’anima umana esiste qualcosa di non creato e di non creabile, e se l’anima – intera – fosse tale, sarebbe al tempo stesso increata e increabile. Questo qualcosa è l’Intelletto. Ciò che contraddistingue l’essenza dell’uomo ed è al tempo stesso definito "scintilla divina".

Nell’esoterismo musulmano, in particolare nel Sufismo, ritroviamo un concetto analogo: Il Sufi, che corrisponde all’Uomo Universale, è definito il "non creato". Egli è inteso come l’uomo perfetto, cioè Al-kebritu’l ahmar, lo zolfo rosso, corrispondente all’opera al rosso degli alchimisti. Per comprendere questo concetto bisogna far riferimento a quel che intendono gli alchimisti per risveglio spirituale o opera al bianco: esso consisterebbe in un processo di purificazione degli istinti, fino al raggiungimento della identificazione dell’intelletto con la luce divina o col mentale cosmico. Nell’opera al rosso ritroviamo espressi questi risultati alla massima espressione, in seguito al graduale identificarsi con la Luce stessa, Principio dell’intera manifestazione.

Un concetto cardine dell’esoterismo islamico, che ha significato nei secoli anche un profondo motivo di contrasto con il Cristianesimo, è la distinzione fra haqiqak, cioè la verità esoterica, con la shari’ah, cioè la legge exoterica. Nel mondo cristiano non appaiono ben distinte le due diverse espressioni religiose, esoterismo ed exoterismo, entrambe necessarie, sarebbero, tuttavia, per i mistici islamici percorsi ben distinti: l’esoterismo, che contiene le verità fondamentali, comuni a tutte le religioni, ma riservate a pochi eletti rappresenta un vero e proprio sentiero iniziatico, mentre l’exoterismo enuncia le verità fondamentali della fede, cioè i sacramenti o le dottrine della fede, destinate alla salvezza.

Secondo gli esoteristi islamici nel Cristianesimo storico, con l’istituzione delle Chiese, si sarebbe concretizzato, quel che era il timore di Cristo stesso, manifestato nella raccomandazione: "Non date le perle ai porci!", mentre la dimensione esoterica appare ben espressa nell’esoterismo islamico, sia nella shia’h, vale a dire la tradizione religiosa affermatasi maggiormente in Persia e rappresentata dagli Ayatollah, sia in altri gruppi religiosi, meno consistenti, come quello degli Ismailiti, il cui capo è l’Aga Khan, che dà un’interpretazione assolutamente allegorica del Corano, molto vicina al neoplatonismo, in particolare a Plotino: nella sua concezione emanazionistica l’Imam stesso sarebbe l’incarnazione dell’Intelligenza creatrice del mondo. Numerose sono anche le confraternite islamiche, presenti in tutti i paesi arabi, non soltanto quella dei Sufi, che abbiamo già ricordato e che gode in Occidente di una grande fama, grazie anche alla diffusione della poesia di Rumi. Esse esprimono tutte quante una forte tendenza mistica, alla cui base si avverte l’esigenza di un’unione intima e diretta con Dio, attraverso esercizi ascetici, ripetizione di versi coranici e meditazione.

A questo punto vorrei brevemente, se mi è concesso, dare qualche esempio di interpretazione esoterica delle Scritture sia in ambito islamico che in quello cristiano.

Nella tradizione islamica, le sentenze del Profeta stesso, quelle definite sentenze sante, ahadith qudsiyah, si distinguono dalle altre sentenze, perché contengono verità destinate non a tutta la comunità religiosa, ma soltanto ai contemplativi. Per questi non soltanto le parole contengono diversi piani di significati, ma anche le stesse singole lettere, ed i suoni stessi delle lettere e delle parole esprimono concetti elevati.

Prendiamo ad esempio i primi versi della Sura al-fatihah, quella di inizio del Corano, altrimenti detta "l’aprente": ""Lode a Dio, Signore dei Mondi, il Clemente e il Misericordioso, il Re del giorno del giudizio. Te adoriamo e in te cerchiamo rifugio, guidaci nella retta via". Nel primo verso Dio, Allah simboleggia nella sua indeterminatezza, l’Infinito nella sua assoluta trascendenza. Al Clemente ed al Misericordioso alludono, rispettivamente, con ar-Rahman, il Clemente, Dio che si manifesta secondo le sembianze del mondo, mentre con ar-Rahim, misericordioso, corrispondente alla grazia, Dio si manifesta all’interno del mondo. Sarebbero queste le tre dimensioni della Infinitudine divina. Dio come Clemente, rappresenterebbe la dimensione statica, come Misericordioso invece la dimensione dinamica. Il giorno del giudizio, yawm ad-din alluderebbe al ricongiungimento dell’uomo alla atemporalità. In essa ritorna a Dio la libertà, data semplicemente in prestito, ai singoli uomini. L’uomo verrà giudicato secondo la sua tendenza essenziale, se ciò essa è stata conforme o contraria all’attrazione divina.

Solo in Dio, a proposito della libertà, coincidono libertà e atto. Nell’uomo invece questi non coincidono. Infatti l’uomo è libero di scegliere anche l’assurdo, ma nel momento stesso che ha scelto non è più libero. Non appena si agisce, nel suo stesso contenuto o oggetto, la libertà diventa infatti illusoria, tanto più illusoria quanto più contrasta con la Verità piena, che si ritrova invece solo in Dio, al di là di ogni oggetto concreto, che viene scelto ed acquisito da chi si ritiene libero. Esempio: nel momento che si sceglie un dato oggetto concreto, si rischia di restare schiavo della propria scelta, mentre chi si innalza verso scelte spirituali sempre più elevate, in realtà acquisisce sempre di più maggiore libertà. Chi si abbandona alle sue passioni finisce per restare schiavo delle sue stesse passioni. La tendenza essenziale, insita cioè nella dimensione stessa dell’uomo, altro non è che quella che porta l’uomo alla sua essenza eterna. In questo senso si intende il giorno del giudizio. L’invocazione finale a Dio che ci guidi alla retta via, intende esprimere appunto l’auspicio e l’aspirazione al ricongiungimento alla propria Essenza infinita, al di là di ogni limite spaziale e temporale.

Facciamo adesso, in conclusione, un esempio di interpretazione esoterica di un passo del Vangelo di Giovanni, Cap. VIII, 58: "Gesù dice ai suoi discepoli "In verità, in verità vi dico: Prima che fosse fatto Abramo, io sono"". In realtà, secondo Rudolf Steiner, questo passo dovrebbe più correttamente intendersi come: Prima che Abramo fosse fatto era l’ "Io sono", vale a dire ogni essere umano, se ben legge nella profondità della propria anima, potrebbe scoprire o avere l’immediata coscienza del suo principio divino. L’uomo comune sente solo quello che è immediato: tutto ciò che inizia con la nascita e finisce con la morte. Ma l’iniziato ai Misteri è in grado di contemplare ciò che è visibile solo nel mondo spirituale e i discepoli eletti di Gesù erano istruiti anche con queste parole sulla loro dimensione eterna.

 


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