L’ORIENTE DI BERGAMO

bergamo-01

LA CULTURA A BERGAMO nell’800

La storia della cultura non può limitarsi allo studio delle istituzioni, pure necessario, e nemmeno a quello delle biografie dei soggetti che vi hanno operato. Anche a Bergamo la cultura è, nell’800, una prerogativa della classe dirigente ( aristocratici, clero, borghesia). Questa analisi, tuttavia, poco ci può dire sulle ragioni e la genesi delle scelte operate dai singoli individui e sul peso che esse hanno avuto nel determinare l’indirizzo culturale della città.

Allo stesso modo, non basta studiare separatamente la storia dell’Ateneo di Bergamo, del Liceo Sarpi, dell’Accademia Carrara, dei Teatri, o le biografie di Giovanni Maironi da Ponte, Giacomo Carrara, Lorenzo Mascheroni, Johann Simon Mayr, solo per fare alcuni esempi.

E’ solo nel complesso intreccio tra i piani qui richiamati che si può dare unità e concretezza alla storia culturale, non più segmentata nei suoi singoli aspetti.
A titolo esemplificativo, dall’episodio relativo all’Elenco di Franchi Muratori della Loggia Bergamasca autori della ribellione di Bergamo del 1797 viene qui di seguito costruito un percorso che mette in luce la fitta trama dei rapporti culturali a Bergamo e da Bergamo per Roma, tra la fine del ‘700 e l’800. (LA REPUBBLICA BERGAMASCA – TRA ANCIEN REGIME ED ETA’ CONTEMPORANEA)
Tra i nomi dei massoni inclusi nell’elenco citato figurano Lorenzo Mascheroni, Antonio Tadini, Agostino Salvioni, Giacomo Costantino Beltrami, Giuseppe e Bernardo Ambrosioni, Antonio Piccinelli. Oltre all’appartenenza massonica, questi personaggi condividono la conoscenza delle tesi pedagogiche diffuse dalla loggia tedesca degli Illuminati di Baviera.

ORIENTE DI BERGAMO Loggia non meglio identificata.

Alessandri conte Marco è Maestro Venerabile nel 1796. Alto funzionario della Repubblica italiana, verrà nominato senatore da Napoleone. Coprirà nella Massoneria i più alti gradi nel Grande Oriente d’Italia.

Da un elenco compilato nel 1831 dal sedicente massone Torresani sugli ex massoni della Loggia: Bernardo Ambrosioni (viceprefetto di Breno) – prof. Giovan Battista Baisini (prete e professore del Liceo di Bergamo)- Luigi Beluschi (Pretore a Sarnico)- Pietro Benaglia (giudice della Corte di Giustizia)- dott. Vitale Benaglia – dott. Ambrogio Bogni-dott.Luigi Calvetti- ing. Giuseppe Cusi- ing. Giovanni Antonio Giavazzi- Giovan Battista Locatelli – Simone Mayr (musicista)- march. Giuseppe Pallavicini (consigliere di stato)- Pietro Parigi (sindaco a Sarnico) – avv. Silvestro Patirani – dott. Giovanni Antonio Piccinelli (chirurgo)- Antonio Ronchi (presidente della Corte di Giustizia)- Antonio Rota – avv.Giuseppe Salvi – don Agostino Salvioni M.V. (professore di Liceo)- dott.Patrizio Sequino – Angelo Viganoni (cancelliere di Pretura ad Edolo)-gen. Giovanni Villata-.

L’origine di questo rapporto è la parentela tra l'”Illuminato” barone Tommaso De Bassus con Giuseppe e Bernardo Ambrosioni, bergamaschi. Gli Ambrosioni svolgono la loro attività di tipografi a Poschiavo, in Engadina, centro di diramazione delle stampe rivoluzionarie verso i territori lombardi e veneti. Per loro tramite, il barone riesce a far pervenire anche a Bergamo i suoi scritti. A De Bassus si deve anche l’arrivo a Bergamo del musicista J.S. Mayr, anch’egli “illuminato”.

Sia grazie ai contatti con gli Ambrosioni che a quelli con Mayr, i massoni di Bergamo hanno modo di far proprie le tesi pedagogiche europee. Mascheroni e il suo allievo e successore A. Tadini, entrambi insegnanti al Collegio Mariano (poi Liceo Sarpi), introdussero significative novità nel ruolo e dello studio delle materie tecnico-scientifiche.

Accanto a loro, svolge compito analogo G. Maironi, noto per il suo Dizionario odeporico della provincia di Bergamo e per gli scritti di geologia, geografia e scienze naturali. Maironi fu tra i principali artefici della costituzione dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo fondato nel 1811 in seguito a decreto napoleonico. Tra i suoi membri, oltre ai notabili della città, figurano anche allievi del liceo e dell’Accademia Carrara (fondata dal conte Giacomo Carrara alla fine del ‘700) e i già citati appartenenti alla massoneria bergamasca.

Sia Maironi che Mayr ne sono presidenti, mentre A. Salvioni, bibliotecario della Biblioteca Civica, costituito per lascito testamentario del Cardinale Furietti, ne è segretario. Mayr, maestro di cappella in Santa Maria Maggiore, è però ricordato soprattutto per la sua attività di compositore di opere sacre e profane, e per la parallela attività di educatore nelle Lezioni caritatevoli di musica da lui fondate a Bergamo nel 1805.
L’interesse alla formazione anche musicale dei giovani si spiega con la sua esperienza come “illuminato”, e in particolare con il metodo pestalozziano. Le tesi di Johan-Heinrich Pestalozzi giungono a Bergamo anche tramite un suo ex-allievo, il pastore della comunità evangelica di Bergamo J.K. von Orelli, (vedi famiglia Orelli) che tra il 1807 e il 1808.

ORIENTE DI BERGAMO Loggia LA RIUNIONE (o LA UNIONE)

Loggia di Rito Scozzese fondata il 27 Ottobre 1804 all’obbedienza del Grande Oriente di Francia. Il 20 Giugno 1805 insieme ad altre 5 Logge di Milano partecipa, con il Maestro Venerabile Ambrosini e il M. Ven. Aggiunto Locatelli,all’atto di fondazione del Grande Oriente d’Italia con Patenti del conte Degrasse – Tilly, proponendo Eugenio di Beauharnais Gran Maestro. Dal Quadro del Grande Oriente d’Italia del 1808 risulta ancora Maestro Venerabile Ambrosioni. Dal “Calendrier Maconnique indicatif des assembles ordinaires du G:. O:. de France, pour l’an de la V:. L:. 5813”, Paris, Poulet, 24°,pp528, risulta Venerabile ancora Ambrosini. Nell’Aprile 1814, in seguito al trattato di pace di Schiarini Rizzino, firmato dal Gran Maestro Eugenio di Beauharnais e l’austriaco, Fratello generale Bellegarde, cessa di esistere la Massoneria obbediente al Grande Oriente d’Italia sedente in Milano (da: “Contributo allo studio della massoneria italiana nell’era napoleonica” di Ed. Stolper, Rivista Massonica, 1977 n°4) vi apre un centro educativo. Anche G. C. Beltrami, viaggiatore ed esploratore, (vedi quadri al Museo di Scienze Naturali e fondo Beltrami, Biblioteca A.Maj) in anni successivi a quelli della loggia massonica ha probabilmente indiretti contatti con l’ambiente degli “illuminati”, grazie ai suoi rapporti con il politico, giornalista e pedagogo Marc-Antoine Jullien, amico di Pestalozzi. I personaggi citati si fanno carico a livelli diversi del problema della formazione delle masse. Così, accanto alle scuole, si fanno strada anche strumenti diversi di formazione culturale. In tal senso, gli almanacchi popolari rappresentano uno degli esempi più pertinenti perchè, economici e diffusissimi, costituiscono “un mezzo così potente e pur così facile di educazione” (C. Tenca).

Mayr, ad esempio, scrive un “Almanacco musicale” (1826), G.A. Piccinelli, (vedi biblioteca Ospedali Riuniti) chirurgo all’ospedale di Bergamo, è autore di un “Almanacco per li medici chirurghi e speziali” (1788-1794).

Opere come quest’ultima contribuiscono alla divulgazione di una corretta informazione medico-sanitaria, nel tentativo di sradicare pregiudizi e superstizioni.

Se la storia dell’istruzione a Bergamo si identifica in gran parte con quella generale del Lombardo-Veneto prima e dell’Italia poi, ciò non significa che la città non abbia vissuto, diversamente da altre, la sua storia dell’istruzione. Il sistema scolastico a Bergamo, per ragioni di conflitto che verranno chiarite negli esempi, può essere definito sinteticamente come un sistema delle contrapposizioni.

Questa specifica situazione locale è acuita dalla inadeguatezza e contradditorietà delle riforme attuate dai governi dominanti: vi è infatti una distanza incolmabile tra le riforme imposte dal legislatore (mai radicali per non sovvertire l’assetto sociale e politico) e la realtà sociale e culturale in cui le riforme vengono o avrebbero dovuto essere applicate.

L’ I.R. Scuola Elementare Maggiore Maschile di IV Classi, inaugurata intorno al 1820 sotto gli austriaci (ora Scuola Donadoni), proprio nella sua antica titolazione riassume alcuni degli aspetti di tale situazione. La riorganizzazione della scuola elementare resa gratuita e obbligatoria è uno dei fiori all’occhiello delle riforme attuate da Maria Teresa d’Austria e Giuseppe II nello Stato di Milano dal 1776 al 1790. Lo stesso governo austriaco, subentrato nel 1815 al dominio francese nel Lombardo Veneto, in piena continuità con le riforme teresine-giuseppine emana nel 1818 “il regolamento ed istruzioni per le scuole elementari”. Ma proprio l’obbligatorietà e la struttura fortemente gerarchica previste dalle norme finiscono presto per scontrarsi con il contesto di applicazione della legge. Alle scuole maggiori si contrapponevano quelle minori; a quelle maschili, le femminili; a quelle delle città, quelle di campagna. ciò determina notevoli squilibri e penalizzazioni, in quanto le scuole minori sono finanziate esclusivamente dalle esigue finanze locali e non consentono l’accesso al ginnasio ed al liceo; l’insegnamento nelle scuole femminili era ridotto rispetto alle maschili, nei periodi dell’anno in cui è maggiormente gravoso il lavoro agricolo ed è perciò prezioso l’apporto dei ragazzi, le scuole di campagna vengono disertate per l’incompatibilità degli orari tra i tempi della scuola e quelli del lavoro. Di qui l’esigenza del clero di Bergamo di sostenere la scuola serale detta di Carità (1814) e, più avanti per parte laica di promuovere attraverso la Società industriale bergamasca, scuole elementari serali ed estive. La riforma austro-ungarica per la sua radice laico-illuminista, e la rivoluzione di Bergamo del 1797 per l’affermazione dei principi giacobini ed anticlericali, sono all’origine della frattura, tuttora insanata, tra sostenitori dell’istruzione laica e clericale. Nel 1797 Lorenzo Mascheroni membro della società laica di Pubblica Istruzione, insegnante di matematica al collegio Mariano e all’Università di Pavia, in drammatico contrasto con le posizioni dei Gesuiti, afferma che le questioni di religione debbano essere confinate in ambiti strettamente spirituali e non interferiscano con l’insegnamento di materie come quelle scientifiche. Occorre ricordare che negli stessi anni il vescovo di Bergamo Monsignor Dolfin ancora confutava e condannava le tesi copernicane perchè in contrasto con il testo biblico.

Verso la fine del 1860 cominciano ad operare in Belgio le prime leghe per l’istruzione e l’educazione del popolo. L’iniziativa trova subito in Europa entusiastiche imitazioni anche perchè questo nuovo servizio nasce al di fuori delle correnti politiche e di pensiero allora in auge, essendo dichiaratamente apolitico ed aconfessionale l’obiettivo primario è quello di mettere il popolo a contatto con il libro al fine di stimolare lo spirito critico. Le biblioteche circolanti si diffondono a macchia d’olio e alcune di esse saranno il fondamento delle biblioteche attuali.

ORIENTE DI BERGAMO Loggia PONTIDA

E’ intitolata al paese bergamasco celebre per il giuramento fattovi dai capi della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa, nel 1196. Di Rito Simbolico,viene fondata il 21 dicembre 1879 da 8 Fratelli, all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia. Primo Maestro Venerabile è il dott. Arcangelo Ghisleri. Con Decreto n°30 del 29 gennaio 1881, Venerabile il prof. Leone Regazzoni , è sciolta a causa delle persecuzioni della chiesa locale. Viene ricostituita,di Rito Simbolico, con Decreto n° 40, del 13 settembre 1884, e installata il 19 aprile 1885,con il rag. Leopoldo Costa, Venerabile. Nel 1887 la Loggia, per prima, commemora gli Eroi dell’eccidio di Dogali in forma puramente civile. Nello stesso anno è Maestro Venerabile Adolfo Engel. La Loggia poi promuove la fondazione di un istituto di soccorso alle famiglie povere dei detenuti e riesce a far intitolare una via di Bergamo “XX Settembre”. Nel 1887 offre £ 25 per i danneggiati dell’incendio di Botosani. Nel 1888 è Venerabile l’ing. Adolfo Engel, con indirizzo in via Broseta 7. Rappresentata da Antonio Volpi, Rossetti e Gio Batta Zitti prende parte alle inaugurazioni dei monumenti a Gaetano Pini ed Agostino Bertani a Milano il 27 ottobre 1888. Nelle elezioni generali amministrative del 1889 inizia e dirge la lotta che conduce alla sconfitta dei clericali in Bergamo. In questo periodo la Loggia dirige la Società di Cremazione. Il 9 giugno 1889 partecipa alla inaugurazione del monumento a Giordano Bruno, in Campo dei Fiori, a Roma. Nel 1889 offre £ 25 per il monumento al G.M.Giuseppe Petroni. Dal 1889 al 1895 è Venerabile il dott. Leone Regazzoni, con indirizzo in via Pignolo 75. Il 3 settembre 1893 la Loggia commemora con molta solennità il F:. avv.Gonsildo Ondei, “genio tutelare” dell’ Officina,passato all’Oriente Eterno. Nel 1894, d3volve £ 50 per i terremotati della Calabria. Si riunisce la 1a e 3a domenica del mese in Torresino ad Oriente della Fiera . Nel 1895 è inserita nel G:O:I: tra le Logge di 1a Categoria , quelle cioè che sono in regola con il tesoro e hanno trasmesso gli atti richiesti dalla Circolare n° 10 del 15 marzo. Partecipa con una rappresentanza alle celebrazioni in Roma del 20 settembre 1895. Nel 1896 e nel 1897 è Venerabile Lodovico Tosetti . Il 9 maggio 1897 è rappresentata all’inaugurazione del monumento al Gran Maestro Giuseppe Mazzoni. Partecipa alla conferenza Massonica per l’Alta Italia dal 18 al 20 settembre 1897 a Milano . Nel 1898 il Grande Oriente approva le elezioni di Loggia. Il 20 ottobre 1900 la Loggia propone all’esame del Grande Oriente una Tavola con la quale si sollecita un passo dell’Ordine a favore dei prigionieri politici. Nel 1903 devolve £ 25 per le vedove e gli orfani dei Boeri e il 20 settembre una delegazione della Loggia è presente con la bandiera a Bologna per l’inaugurazione del monumento ai caduti dell’8 agosto 1849.

Nel 1902 e nel 1904 è Venerabile Carlo Caprotti. Nel 1905 contribuisce alla sottoscrizione per le feste massoniche del Centenario della nascita di Giuseppe Mazzini. Il 12 novembre 1905 partecipa con lo stendardo alla inaugurazione del Tempio Crematorio di Bergamo. Nel 1906 il G.O.I. approva le elezioni di Loggia. Nel 1907 contribuisce con £ 207 alle celebrazioni del centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Nel 1907 e 1908 è Venerabile Cesare Bizioli e, nel 1909 e nel 1910, l’ing. Baronio Baroni, di Foligno, con indirizzo in via Carlo Botta 4/a. Nel 1909 versa £ 100 per il monumento a Giosuè Carducci a Bologna. Esiste nel 1910 e nel 1911. Nel 1912 la Loggia devolve £ 100 alle famiglie dei caduti nella guerra d’Africa. Nel 1913 e nel 1914 è Venerabile Emilio Palazzuolo,via Simone Mayr 22. Nel 1915 è Venerabile ancora il Baroni. Nel 1919 pubblica un opuscolo per commemorare i ffr. defunti.Nel 1919 è Venerabile ancora Baronio Baroni, con indirizzo postale presso casa Engel, Treviglio. Nello stesso Anno è operante un triangolo a Treviglio (BG) costituito da alcuni fratelli della Loggia: Durante la notte del 18 Settembre 1924 la sede di via Brasetta viene saccheggiata dai fascisti che, prima di abbandonarla, la incendiano.

TRIANGOLO Triangolo operante nel 1923 e fondato da alcuni Fratelli dalla Loggia “Pontida” di Bergamo.

Le leghe professano tra l’altro l’intendimento di aprire scuole pomeridiane per i bambini poveri che numerosi oziano nelle strade. La “Gazzetta di Bergamo” nel 1891 presentando la Lega Bergamasca pone l’accento sulla finalità della proposta tesa ad agevolare il miglioramento economico delle classi lavoratrici fecondandone ed educandone i germi di onestà e di energia ed agguerrire le menti ignare contro ogni forma di pregiudizio ed errore. Principi questi che non si trovano nello statuto della lega, approvato il 22 Marzo 1891 dall’assemblea dei soci, nel quale si legge: “E’costituita in Bergamo una Lega per l’educazione del popolo. La Lega, non essendo opera di alcun partito, non serve agli interessi di alcuna opinione religiosa o politica. La Lega si propone di diffondere nel popolo l’educazione e l’istruzione con tutti quei mezzi che sembreranno più opportuni e specialmente colla istituzione di educatori feriali, di un patronato per gli alunni poveri, di scuole autunnali e di conferenze popolari”. Si tratta quindi di una specie di dopo scuola per partecipare al quale anche i fruitori devono versare un seppur modesto contributo. Il che naturalmente esclude i poveri dalla possibilità di godere del nuovo servizio! La Lega di Bergamo non incontra un largo favore perchè nel Comitato promotore sono presenti elementi di marcata fede anticlericale e i rappresentanti del mondo scolastico noti per precedenti atteggiamenti di marcata insofferenza verso il mondo cattolico. A questo proposito L’Eco di Bergamo del 14 Marzo 1891 scrive: “Disgraziatamente per la Lega tra quei nomi non ve n’ha uno solo che possa dare seria assicurazione ai cattolici che la Lega terrà nel dovuto conto la religione. Anzi, ve n’ha più d’uno che faccia ragionevolmente temere il contrario.

Presidente del Comitato promotore è il Dott. Ciro Caversazzi cioè quegli che appena un paio di anni fa teneva una conferenza nella quale, ad uso di Mazzini, ammetteva solo una religione senza altari, senza templi, senza sacerdoti, senza vescovi, senza papa e senza dogmi. Fra i membri del Comitato troviamo il Prof. Cesare Curti, quel medesimo che figura primo dei promotori dell’arbitraria decisione colla quale vennero esclusi in massa tutti i sacerdoti della nostra provincia dall’ufficio di soprintendente scolastico; quel medesimo che spiega tanto zelo perchè nella Scuola normale femminile si facciano lezioni e lavori durante le feste cattoliche non contemplate nel calendario scolastico”. L’Eco di Bergamo passa in rassegna tutti i componenti del Comitato e per la verità , dobbiamo ammettere che si tratta di un campionario liberal massonico che mette in agitazione la controparte cattolica, già per altro giustamente affetta dal timore di essere emarginata ufficialmente dalla funzione educativa in atto nelle diverse scuole e nelle molte associazioni da essa promosse nel corso degli anni. Fra l’altro il problema dell’educazione scolastica tiene i clericali bergamaschi in notevole apprensione perchè, da un momento all’altro, il governo potrebbe delineare la soppressione di questa loro attività.

ORIENTE DI BERGAMO – Loggia ADOLFO ENGEL

Il titolo distintivo ricorda l’ing. Adolfo Engel, deputato e senatore del regno, Gran Maestro Aggiunto nel 1906 è Presidente del Rito Simbolico dal 1904 al 1909. Loggia, di Rito Simbolico, all’obbedienza del Grande Oriente D’Italia. Primo Maestro Venerabile è Augusto Gandini, con indirizzo presso il prof. Osiris Bizioli, via S.Alessandro 71. Appartenenti: Guglielmo Calvi ( App.1923) -dott. Davide Fieschi (App.1923)- Gaspare Lachsinger, industriale.

OSIRIS BIZIOLI

Osiris Bizioli è il promotore a Bergamo del CNGEI nel 1914.

E’ dottore in chimica, insegna chimica al Regio Istituto Vittorio Emanuele II, è imprenditore farmaceutico – è infatti presidente della SALF che produce fiale di sciroppo per la tosse con sede in via Tiraboschi – è membro del Consiglio Sanitario Provinciale ed è Vice presidente della società Mandamentale di Tiro a Segno – dirige la rivista “Tintoria”.

Abita in quella che è una delle più belle case di Bergamo. Il Fortino. Bizioli costruisce a sue spese , o contribuisce sostanzialmente alla realizzazione del “forno crematorio” nel cimitero unico di Bergamo.
Fonda e porta avanti il CNGEI con notevole impegno personale. L’ideale scout e l’impegmo del movimento lo accompagneranno per tutta la vita. Bizioli amava che i ragazzi crescessero in comunione – teneva al volersi bene – voleva che si creasse amicizia- non voleva né l’ allineamento politico, nè quello ideologico.

Dalle testimonianze raccolte da persone che l’hanno conosciuto emergono quattro elementi.

La sua appartenenza alla massoneria, sempre espressa con circospezione nonostante il fatto sia risaputo.

La sua dirittura morale. Il suo essere educatore e la sua passione per lo scoutismo.

Probabilmente questi fatti sono una significativa chiave di lettura non solo della personalità di Osiris Bizioli, ma anche di un certo tipo di massoneria negli anni 1914/1915 e di una piccola parte di storia della città di Bergamo.

Effettivamente la massoneria è in italia in quegli anni animatrice di un grosso impegno che oggi chiameremmo sociale. Si radica profondamente nella società civile.

Nella bergamasca molte società operaie sono fondate da massoni. E ancora a Bergamo l’impegno di un massone permette l’avvio di un certo tipo di proposta formativa per ragazzi.

Gramsci dice: ” Dato il modo in cui si è costituita l’unità e la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo”. Un aspetto di questa efficienza è stato in Bergamo lo sviluppo del CNGEI, promosso da adulti “illuminati”, che ha coinvolto una parte di popolazione giovanile, affiancando alle tradizionale proposte educative un’alternativa basata sul pluralismo.

Lo scoutismo forma il carattere, l’individuo, la persona libera.

Bizioli diceva: “Lo Stato non va bene così: gli italiani non sanno stare alle regole”. Da qui l’impegno nella scia liberal-risorgimentale di “fare gli Italiani” e l’anticipo del patrimonio etico che dal mondo liberale confluirà nella nostra Costituzione Repubblicana.

Osiris Bizioli ha intorno una settantina di ragazzi dai 12 ai 19 anni. Sono studenti di buona famiglia. Tra le carte conservate ricorrono spesso cognomi aristocratici: Finardi, Montecamozzo, Premoli, Giunipolo di Cortelanzo.

Dalla relazione delle attività della neonata sezione appare coltivato maggiormente l’aspetto ambientalista e solidarista più propiamente scout diremmo oggi, che non la formazione paramilitare per la guerra incombente.
Il Provveditore agli studi Alberto Manaira l’8 Giugno 1919 inneggia al metodo scout: “E’ istituzione integratrice della scuola e dellla famiglia… Non è una delle tante società sportive che stanno proliferando, in quanto propone la disciplina, tanto più necessaria oggi, quando troppe cause e nocive influenze cercano di scuoterla profondamente e di scalzarla alle radici…”. Ricorda la medaglia a Osiris Bizioli da parte della Giunta Permanente per le cure indefesse date al progresso dalla sezione. Fa voti che l’istituzione salga ad alto grado di diffusione e di dignità, sentendosi con questo fedele interprete del pensiero del Ministro della Pubblica Istruzione.

ORIENTE DI TREVIGLIO – Loggia MENTANA

Loggia di Rito Scozzese all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, il cui titolo distintivo ricorda la disfatta delle Truppe garibaldine nel 1867 nel tentativo di conquistare Roma.
Nella adunanza del 7 maggio 1911 del Consiglio dell’Ordine, il Gran Maestro comunica la costituzione della Loggia Primo Maestro Venerabile è l’on. Ing. Adolfo Engel, senatore del regno. Nel 1912 la Loggia devolve £ 50 alle famiglie Dei caduti della guerra d’Africa. Nel 1913 ha indirizzo presso il prof. Emilio Engel. Con Decreto n° 186, del 5 settembre 1914,viene disciolta per decisione della stessa Loggia, della quale il Venerabile è ancora Emilio Engel.

Tanto si è detto sull’origine della massoneria. Chi la vuole sorta seimila anni fa in uno sconosciuto angolo della terra, chi ne semplifica la genesii alla storica data del 1717, ognuno ha un’idea diversa, un’immagine confusa dell’antica fratellanza.

Il filosofo J.G.Fichte, uno dei maggiori rappresentanti dell’idealismo, affrontava la questione e scrisse.

“….nei primi decenni del secolo XVIII, precisamente in Londra, si presenta in pubblico una società, che verosimilmente era sorta ancor prima, ma della quale nessuno sa dire donde venga, che cosa sia e che cosa voglia. Essa si propaga,nonostante ciò, con rapidità inconcepibile, e si diffonde attraverso la Francia e la Germania in tutti gli stati dell’Europa cristiana, e perfino in America. Uomini di tutte le classi, reggenti, principi, nobili, dotti, artisti, commercianti, entrano nella sua cerchia. Cattolici, luterani e calvinisti si fanno iniziare e si fanno chiamare fratelli.”

Ma per capire a fondo le origini della massoneria non saranno sufficienti date e luoghi.

Fin dalle più remote antichità due contrastanti tendenze apparirono tra gli uomini: idealismo e materialismo. Fin dai primordi il genere umano si è diviso in due tipi di individui che assecondavano, ciascuno per la sua, tali opposte tendenze. Da una parte c’erano coloro i cui interessi erano volti unicamente al soddisfacimento dei propri bisogni terreni: cibo, sesso, ecc…, dall’altra si distinguevano menti più raffinate che ricercavano le motivazioni dell’esistenza, indagavano sui misteri della vita e dell’universo.

Per meglio comprendere immaginiamo per un istante di trovarci presso un’antica tribù primitiva. Il tran-tran giornaliero poteva essere il procacciamento del cibo, la conquista delle donne più appetibili, la difesa dagli aggressori, fossero essi animali o altri uomini, la protezione dalle calamità naturali e cosi’ via. Contemporaneamente altri uomini più dotati intellettivamente, pensavano a soluzioni diverse e dal pensiero scaturivano le scoperte che conducevano il clan verso una vita più qualificata.Non c’era campo che questi filosofi non osassero investigare, ivi compreso quello del cosiddetto sapere divino. Nacque così la scienza e ad opera di tali uomini nacque l’arte.

Scienza ed arte, fusi in un unico ordine di sapere, divennero il patrimonio di questi “diversi” il cui potere conoscitivo era grande ma nello stesso tempo, e proprio per questo, invidiato e quindi insidiato dai guerrieri e dai capi delle società dell’epoca.

La difesa contro questi ultimi era quella di coalizzarsi e di difendere la conoscenza faticosamente acquisita, e trsmessa ai discepoli ritenuti adatti, al fine di evitarne utilizzazioni improprie da parte degli indegni. La frattura fra il bene e il male , fra potere sacro e potere profano, fra i filosofi e i politici era ormai insanabile. La conoscenza filosofica è potere reale in senso assoluto e mai deve cadere nelle mani di coloro che ne approfitterebbero per perseguire i loro fini personali e materiali a danno dell’evoluzione dell’umanità. Da queste premesse è facile dedurre il perché dell’origine delle fratellanze iniziatiche.

I sacerdoti di Iside e di Osiride per lungo tempo, la comunità degli Esseni, gli Orfici, i Pitagorici, i primi cristiani e quindi i più recenti Templari, i Fedeli d’Amore, gli alchimisti, i Rosacroce e tanti altri,in ultimo la massoneria che da tutti costoro ha raccolto l’eredità morale e di pensiero, sono le società che hanno conservato nei loro templi il sapere dei millenni. L’evoluzione del pensiero è sempre associata a forti idee di personaggi in qualche maniera legati a culture esoteriche .Gli Esseni in Palestina, da cui probabilmente è sorto il cristianesimo che tanto ha prodotto in termini di crescita sociale dell’umanità;le scuole filosofiche di Pitagora prima e di Platone poi, lo stesso Dante Alighieri, membro della setta dei Fedeli d’amore, ma anche accreditato di appartenenza all’Ordine Templare; bacone, Newton, Goethe e tanti altri, noti per aver fatto parte di società segrete, quali i Rosacroce e la massoneria, tutto questo lascia intendere che la cultura storica è in parte carente laddove si voglia interpretare il ruolo delle società misteriche nel tessuto portante della storia.
Se poi si voglia sapere quando la massoneria ha assunto la forma attuale con le odierne costituzioni ed i moderni rituali, allora bisogna riandare alle corporazioni di mestiere medioevali e risalire alla distruzione dell’Ordine del Tempio.

Fondato nel 1119 con il compito di difendere la terra santa, quest’ordine religioso-militare – voluto da Ugo de Payns, primo gran maestro e appoggiato da Bernardo da Chiaravalle, monaco, dottore della chiesa e santo – conservava nel suo seno le dottrine segrete dell’iniziazione a cui venivano ammessi solo i cavalieri meritevoli sotto il duplice aspetto della morale e del desiderio di conoscenza. Non si conoscono esattamente le interrelazioni e i metodi di interscambio culturale che legavano tali potenti cavalieri ai vari monasteri ed alle suddette corporazioni di mestiere, fatto è che al loro tempo fiorirono nuovi stimoli interiori, nacque dal nulla una nuova forma architettonica, il gotico, che meravigliò il mondo intero. Tutto ciò non poteva durare.

Le leggi dell’ignoranza e della superstizione, dell’egoismo e della malafede, prevalsero di nuovo sul buon senso e sulla giustizia. L’ingordo Filippo il Bello ed il papa Clemente V determinarono la fine del Tempio nel 1311.
Jacques de Molays, gran maestro, e cinquantaquattro cavalieri vennero condannati al rogo. Il resto dell’Ordine fu disperso. Ma i cavalieri del Tempio non cessarono la loro attività iniziatica. Dispersi ai quattro angoli della terra si rifugiarono presso le logge dei liberi muratori germanici, scozzesi e dovunque il pensiero libero e la ricerca pura fossero i benvenuti. In Portogallo nacque l’Ordine del Cristo, in Scozia l’Oridne del Credo. Continuarono così a lavorare nell’ombra sino alla costituzione dell’Ordine dei Templari nel XVIII secolo: Così presumibilmente nacque la massoneria medievale, madre della massoneria moderna.

Il 24 giugno 1717 i maestri delle quattro logge londinesi si incontrarono con alcuni rappresentanti della misteriosissima fratellanza della Rosacroce. Questi, perseguitati, chiesero alla fratellanza dei Liberi e Accettati muratori di entrare a far parte dell’Ordine. Così nasceva, in un albergo di Charles Street (che in seguito fu la sede della prima Gran Loggia d’Inghilterra) la frammassonneria moderna, decisa a combattere in campo aperto per la libertà di pensiero, di indagine, di coscienza, per la fratellanza universale, per il progresso, per la riconquista della dignità della persona umana.

Subito molti Ordini misterici riapparvero in Europa come per incanto e quasi tutti entrarono a far parte della massoneria. Nobiltà, clero, scienziati, filosofi, artisti, commercianti: tutti chiedono di essere iniziati all’Arte Reale.

“Quando i governi dispotici si allarmarono era ormai tardi. La reazione non potè arrestare la valanga che li avrebbe travolti. Il Contratto Sociale veniva discusso e commentato dovunque; l’agitazione cresceva, si parlava ormai apertamente dei Diritti dell’Uomo e finalmente scoppiava la Rivoluzione Francese.”

Ricordiamo ancora la Rivoluzione americana e la Carboneria italiana la cui ispirazione massonica è nota a tutti,non sono che pochi esempi dell’influsso delle idee muratorie sul mondo “profano”, ma che servono a far meglio conoscere la capacità morale di quella fucina del libero pensiero che era la libera muratoria.

Già nell’analisi delle origini appaiono ben chiari gli scopi della massoneria.

  • La “Dichiarazione dei principi” approvati dal convento dei supremi consigli confederati riuniti a Losanna nel settembre 1875: la massoneria.
  • […] non impone alcun limite alla ricerca della verità, ed è per garantire a tutti questa libertà che esige da tutti la tolleranza.
  • […] accoglie qualunque profano senza preoccuparsi di conoscere quali siano le sue opinioni politiche e religiose, purchè esso sia libero e di buoni costumi.
  • […]  ha per scopo di lottare contro l’ignoranza sotto tutte le sue forme; è una scuola scambievole, il cui programma si riassume in questi punti: obbedire alle leggi del proprio paese, vivere secondo l’onore, praticare la giustizia, amare i propri simili, lavorare senza posa al bene dell’umanità e perseguire la sua emancipazione progressiva e pacifica.
  • […] per innalzare l’uomo ai propri occhi, per renderlo degno della missione sulla terra, la Massoneria pone come principio che il Creatore supremo ha dato all’uomo, come il bene più prezioso, la libertà: la libertà, patrimonio dell’umanità tutta intera, raggio così luminoso che nessun potere ha diritto di spegnere o di offuscare e che è la fonte di ogni sentimento d’onore e di dignità

La prefazione degli Statuti Generali delle società dei Liberi Muratori del Rito Scozzese Antico ed Accettato,ristampa del 1874:

” Quella unione di uomini saggi e virtuosi, che, con allegorico significato, si appella ordinariamente Società dei Liberi Muratori,è stata in ogni tempo considerata come il Santuario dei buoni costumi, l’asilo dell’innocenza, la scuola della virtù, il tempio della filantropia”.

” …ha per fine il perfezionamento del cuore umano; e si propone, qual mezzo necessario per ottenere questo fine, l’esercizio e la pratica delle virtù.”
” Il Fratello Libero Muratore deve per necessità essere uomo probo, sobrio, onesto e virtuosamente benefico. Chi non possiede queste necessarie doti non può affatto aspirare al merito di poter far parte di questa unione di saggi.”

Ci sembra utile riportare le tesi del già citato Fichte:

“…poiché il fine dell’esistenza è quello di chiarire il senso della vita alla luce dell’eternità, questa società offre all’essere ragionante il massimo di luce; di conseguenza, lo scopo della cultura umana è contemporaneamente quello della cultura massonica; questo fine verrebbe meno se tale cultura non sopprimesse i contrasti della divisione del lavoro e se non trasformasse in cultura universale le pluralità delle classi sociali; la sua azione nel mondo trae origine dall’influsso reciproco di tali classi; la massoneria non è fine a se stessa più che la Chiesa; dando alla religione una “educazione massonica”, se ne svincola il concetto di universalità; la massoneria libera l’uomo dall’aspetto falsamente universale della sua religione; questo stesso uomo cessa di essere religioso, ma pensa e agisce religiosamente; lo scopo politico della massoneria è identico al suo scopo spirituale, perché unisce il patriottismo al cosmopolitismo; in tutto questo la massoneria è l’erede della cultura segreta dell’umanità, perché sempre sono esistiti uomoni pronti a notare i difetti della società della loro epoca, e a gettare il seme per il futuro.”

Citiamo infine la voce ufficiale della massoneria italiana.

Quando si parla di Massoneria si suole identificarla come Ordine, ed, invero, le sue origini radicate nelle corporazioni dei Liberi Muratori si ricollegano ad una serie di livelli operativi quali Apprendista, Compagno, Maestro perfettamente sovraordinati l’uno all’altro e regolati da norme liberamente accettate da tutti gli adepti e perciò ancor più vincolanti che se fossero imposte.

Tali norme consentono di conquistare progressivamente una sempre più profonda conoscenza di se stessi e di accostarsi alla verità ed alla perfezione rendendo così il Massone idoneo a svolgere il suo compito filantropico di operare per il bene ed il progresso dell’Umanità.

Questa metodologia affascinò uomini delle più diverse condizioni accostandoli l’un l’altro in un’ansia di ricerca che aboliva ogni differenza sociale ed economica creando viceversa un vincolo profondo che si rafforzava via via che gli adepti acquistavano sempre maggiore coscienza della comune origine dal suolo italico e della missione unificatrice delle sue genti che essi assumevano.

Alessandro Olimpo