PRINCÌPI E ORDINAMENTI INIZIATICI FEMMINILI
Parte II(Parte I…)Galleria d’Immagini
La “Venere” di Sireuil, Museo di Saint Germaine en Laye. Fin dal paleolitico, nel periodo aurignaziano (30.000-27.000 a.C.) appare il simbolo della fertilità e della nascita.
Dea madre di Çatal Höyük (Anatolia), VII millennio a.C., che siede in trono con le mani appoggiate su due fiere mentre sta partorendo. Anche il mondo neolitico onorava le dee della fecondità che richiamano le Veneri paleolitiche.
Idoli delle Cicladi di marmo siro, III millennio a. C., Atene, Museo Archeologico Nazionale. Anche la prima civiltà elladica continua la tradizione delle dee madri, con queste figurine che superano i confini dell’Egeo, poiché sono state ritrovate in tutto il Mediterraneo.
Il concetto antichissimo e universalmente diffuso di una polarità mistica è insito anche in alcuni miti egizi. La separazione tra Geb, la Terra, e Nut, il Cielo. Papiro di Tameniu, XXI dinastia (2000 circa a.C.).
Statuetta in ceramica, datata 2600-1700 a.C., Cnosso, Museo Archeologico di Iraklion. A Creta continua il culto delle dee madri. Questa tende le braccia intorno a cui si arrotolano serpenti che simboleggiano le potenze della terra e della fecondità.
La dea sumera Ninsuna, seconda metà del III millennio a.C..
Affresco della XVIII dinastia (1500 circa a.C.) nel quale la dea Iside consegna al faraone le insegne del potere.
Frammento in avorio del XIV secolo a.C., rappresentante Anat, la dea fenicia della fecondità – Louvre, Parigi.
L’Atena Ilia della tradizione troiana è arrivata nella Magna Grecia con le prime colonizzazioni. Questa maestosa statua in terracotta anticamente policroma era venerata in un santuario di Lavinium (oggi Patrica) e risale al V secolo a.C..
Era, per gli italici Giunone. Nel Tempio ad essa dedicato a Crotone Pitagora insegnava alle donne.
Vergine spartana, scultura antica conservata ai Musei Vaticani.
Ishtar, la Venere di Babilonia. Statuetta in alabastro, III secolo a.C., Louvre, Parigi.
Pallade Athena. Marmo al Louvre di Parigi.
L’Athena, copia romana in marmo della famosa statua crisoelefantina di Fidia, alta 12 metri, che si trovava al Partenone. Museo nazionale di Atene.
Sacerdotessa con gallo. Figurina fittile del V secolo a.C. proveniente da Gela – Louvre, Parigi.
Scultura romana raffigurante una sacerdotessa – Museo di Villa Albani, Roma.
Afrodite accosciata. Replica antica di un originale del III secolo a.C. – Louvre, Parigi.
Minerva (III-I secolo a.C.), simbolo delle virtù romane all’apogeo della Repubblica, analoga alla greca Athena.
Scene di iniziazione, prima del 79 d.C.,Villa dei Misteri, Pompei.
Donne in concerto col dio Pan. Da Pompei, prima del 79 d.C., Museo Nazionale, Napoli.
Cibele, venerata a Roma come “Protettrice dell’Urbe”.
Testa di Iside (II secolo d.C.). I suoi misteri sono descritti ne “L’asino d’oro” di Lucio Apuleio.
Unico romanzo latino pervenutoci integralmente, “L’asino d’oro”, allegoria di un itinerario di caduta e rinascita, è tuttora img src=”https://www.ritosimbolico.it/studi2/https://www.ritosimbolico.it/studi2/e d’ispirazione. Qui Iside nella versione a fumetti del disegnatore francese George Pichard.
Mentre questa è la versione del disegnatore Milo Manara, illustrante l’apparizione di Iside al termine del viaggio iniziatico del giovane Lucio, trasformato in asino.
Particolare di caraffa sassanide del V-VI secolo- Museo Archeologico, Teheran-, raffigurante Anahita, divinità della fertilità e delle acque del Mazdeismo, spesso assimilata all’Ishtar babilonese.
Bhrikuti Tara, divinità femminile brahmanica. Rilievo di arte gupta, VI secolo d.C., Museo di Sarnath.
Bronzo della dea Parvati, secolo XII-XIII, Museo, Madras. Personifica la potenza dell’energia femminile.
Vajratara, un avatar (incarnazione) della dea tibetana della Saggezza Perfetta.
La dea danzante simboleggia il principio dinamico della polarità femminile che per il tantrismo è insita in ogni manifestazione di vita.
Una scultura tibetana yab-yum del 1700. L’immagine che ritrae Vajrasatva impegnato in un rapporto sessuale con Visratara, simboleggia l’essenza di ogni realtà.
La dea Kali nella veste di Bhavani, la dea della morte, o Shakti nel suo aspetto più terribile.
Un quadro del 1800 raffigurante Krishna e Radha la cui unione rappresenta per i seguaci del tantrismo una dirompente illuminazione mistica.
Immagine allegorica della Geometria. Dal codice del XIV secolo “Trattato sulle Arti Liberali”, Biblioteca Nazionale (ms. latino 8500), Parigi.
Ginevra con Lancillotto. Dal codice medievale “Lancelot du Lac”, Biblioteca Nazionale, Parigi.
Coatlicue, “colei che porta una gonna di serpenti”, dea azteca della terra, della vita e della morte, XIV-XV secolo, Museo Nazionale di Antropologia, Città del Messico.
Il Giardino delle Delizie (particolare), Hieronymus Bosch (1450-1516), Prado, Madrid. Bosch fu adepto dell’organizzazione iniziatica mista dei Fratelli del Libero Spirito. Nel giardino delle delizie sembra rivelarsi la catena rituale del nucleo iniziatico.
Elisabetta d’Inghilterra (1533-1603), National Portrait Gallery, Londra. La grande regina inglese fu protettrice di diversi circoli esoterici.
Una moderna versione a colori di un’incisione secentesca che rappresenta una strega in piedi all’interno di un cerchio mentre evoca i demoni.
Un’incisione del XVIII secolo che raffigura delle streghe intente a prepararsi per il Sabba.
Frontespizio delle Costituzioni di Anderson, riviste da John Entick, 1756, Londra.
La grande Caterina II ( 1729-1796), zarina di Russia, amica di Voltaire e degli enciclopedisti, protesse i sudditi-Fratelli. La Libera Muratoria, nata a Pietroburgo nel 1750, sotto il suo regno cominciò a svilupparsi.
Quadro di Loggia inglese, XVIII secolo, Museo della Gran Loggia di Francia. Intitolato alle tre virtù, rappresenta la Fede, la Speranza e la Carità sotto sembianze femminili.
Quadro di Loggia d’adozione femminile, XVIII secolo.
Grembiuli di Massone di Logge d’adozione, XVIII secolo.
Diploma d’adozione rilasciato alla sorella Zoé de Gremion, 1787, Museo della gran Loggia di Francia.
La Ragione rende onore agli emblemi della libertà e dell’uguaglianza, Museo Storico, Lione. Il culto della Ragione, intriso di simbologia Massonica, ebbe breve vita durante la Rivoluzione Francese.
Festa celebrata in onore dell’Essere Supremo, Biblioteca Nazionale di Parigi. Introdotto da Robespierre contro l’ateismo, anche in questa stampa a colori il simbolismo massonico è evidente.
Allegoria della libertà, Boulanger, Museo Carnavalet, Parigi.
La Libertà che illumina il mondo. Questa terracotta è il modello (Museo Bartholdi a Colmar) del celebre monumento di Frédéric Auguste Bartholdi (1834-1904) destinato a commemorare il centenario dell’indipendenza degli Stati Uniti, la Statua della Libertà nel porto di New York. Bartholdi fu iniziato alla Loggia “Alsace-Lorraine”.
La Massoneria istruttrice dei popoli – Museo del Grande Oriente di Francia, Parigi. In questa incisione la Massoneria è rappresentata sotto i tratti di una donna, la testa aureolata di stelle, che trasmette il suo messaggio di pace e amore a dei personaggi che per il loro abbigliamento si riconoscono come scozzesi, arabi, indiani, cinesi, mongoli, russi, ecc.
La Saggezza o la Verità – Museo della Loggia “Les Démophiles”, Tours. Opera dello scultore Henry Frédéric Varenne (1860-1933), membro della Loggia “Les Démophiles”.
Ritratto della contessa Teresa Casati Confalonieri – Museo del Risorgimento, Milano. Moglie del carbonaro Federico Confalonieri, uno dei reclusi delle prigioni dello Spielberg, anch’essa appartenne all’organizazione iniziatica delle “Giardiniere”, versione femminile della Carboneria.
La morte della compagna di Garibaldi, Anita, in un dipinto di F. Fabbri – Museo del Risorgimento, Torino. Garibaldi fu uno strenuo propugnatore dell’attività latomistica femminile e la stessa Anita fu un’iniziata.
Collare della principessa Caroline Murat – Museo della Gran Loggia di Francia. Caroline Georgina Fraser sposò il Principe Lucien Murat a Bordentown (U.S.A) nel 1831 e occupò delle funzioni nella massoneria d’adozione. Sulla base degli accordi di Plombières avrebbero dovuto regnare nelle Due Sicilie.
Patente costitutiva dell’ordine massonico misto internazionale “Le Droit Humain”, 4 aprile 1893, Museo del Grande Oriente di Francia, Parigi.
Collare e grembiule della Gran Maestra della Gran Loggia Femminile di Francia. Museo della Gran Loggia Femminile di Francia.
Collare di Venerabile Maestra della Loggia “La Nouvelle Jerusalem”. Museo della Gran Loggia Femminile di Francia.
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, Paul Gauguin, 1897 – Museo delle Belle Arti, Boston. Le eterne domande dell’uomo non sono anche le eterne domande della donna?
Mary Poppins, la magica governante resa celebre dal film del Fratello Walt Disney. La sua autrice P. L. Travers fu una esoterista e i suoi racconti possono essere letti in chiave simbolica.
Dipinto di Andre Pierre del XX secolo. Al centro Erzulie Freda, la dea haitiana dell’amore dei riti voodoo.
Ipazia (370-415). Matematica e filosofa pitagorico-platonica insegnò ad Alessandria. Morirà nel marzo del 415 d.c. Aggredita, violentata ed uccisa nelle strade della sua città da un gruppo di fanatici cristiani, guidati da un vescovo. Così descrive la sua morte lo storico cristiano del V sec. Socrate Scolastico: “le strapparono le vesti di dosso, sfregiarono la sua pelle e lacerarono le carni del suo corpo con delle conchiglie affilate finché non esalò l’ultimo respiro. Squartarono il suo corpo e la ridussero in cenere.”
A Lei, alla Sua memoria, è idealmente dedicata questa galleria di immagini femminili…
E alle Donne che il divino Pitagora iniziò: la moglie Teano, la figlia Damo, Aristoclea, sacerdotessa delfica da cui Pitagora confessò di aver appreso non poco, Esara, Bindace, Abrotelia, Agrignote, Babelima Argiva, Ristalia, Callisto, Chilonissa, Filiasia, Lastenia, Nistodusa, Timica, Tirsene, Echecrazia e tutte le altre donne il cui nome non cìè rimasto e che Egli ammaestrò separatamente dagli uomini nel tempio di Giunone Lacinia a Crotone.
Moreno Neri
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