PRINCÌPI E ORDINAMENTI INIZIATICI FEMMINILI – Parte I

PRINCÌPI E ORDINAMENTI INIZIATICI FEMMINILI
Parte I
(Parte II…)
Galleria d’Immagini

Le donne non sono ammesse ai Lavori della Libera Muratoria regolare. Tuttavia le onoriamo e rispettiamo. Questa breve galleria d’immagini di ordinamenti iniziatici femminili (e misti), di princìpi femminili divini e di protagoniste dell’esoterismo vuole essere un omaggio alla polarità lunare.

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La Tradizione è la migliore alleata dell’ermetismo, che, nascondendo il simbolo, ne designa e custodisce la profondità sacrale. La tempesta di Giorgione, 1506-8 – Gallerie dell’Accademia, Venezia – ne è un ottimo esempio: sia per il suo carattere criptico, sia nella sua aspirazione all’Universale. Le due colonne spezzate del tempio, simboleggianti la solidità e la forza, alludono alla mortalità. L’immagine seduta della nutrice è la figura archetipica della “Grande Madre”. Nel paesaggio gli elementi che abitano cielo e terra si trovano in “congiunzione”: fuoco e aria, terra e acqua.

E’ la stessa chiave che ritroviamo in Venere che allatta Cupido sul sepolcro di Adone di Francesco Colonna nella Hypnerotomachia Poliphili, 1499.

Il medesimo assunto della forza della natura animata da amore è presente nella antica Allegoria della terra, 9 a.C. – Ara pacis, Roma.

La connotazione dell’allattamento e della terra nutrice riappare in una illustrazione dell’Exultet vaticano – Biblioteca Casanatense, Roma (ms. 724 B I 13,3).

Anche Marten de Vos, in un’incisione della seconda metà del XVI secolo, Allegoria della Natura, disegna una donna seduta ai cui seni sono attaccati due poppanti, con una città turrita sul capo.

In una stampa del 1572 di Martin Van Heemskercck, ancora la Natura è una figura nuda con un infante al seno. Al suo fianco il globo terrestre con gli strumenti del lavoro umano, mentre di sopra riappare un cielo tempestoso. Anch’esso allude allo stesso tema della congiunzione tra cielo e terra del quadro di Giorgione.

La rappresentazione della terra che nutre un neonato che rappresenta la “pietra filosofale” e la generazione per eccellenza è consueta nei trattati di alchimia, con riferimento alle celebri parole della Tabula Smaragdina di Ermete Trismegisto “Nutrix ejus terra”. Nell’Atalanta Fugiens di Michael Maier del 1618 un’incisione del Merian ritrae la terra con il corpo a forma di mappamondo ed un poppante appeso alla mammella.

L’allegoria della nutrice appare nell’Aurora consurgens, fine XIV secolo, un inno alla sapienza (Sophia), costellato di passi dal Cantico dei cantici di Salomone, interpretati in termini alchemici. Nell’immagine aurora, ovvero “aurea hora”, mette fine alla notte dell’ignoranza e alla distruttiva putefazione della materia, nutrendo i filosofi col suo “latte verginale”. Il rosso del volto è la “rubedo”, la fine di tutte le tenebre e la cacciata della notte, che travolge chi la attraversa senza la dovuta cautela.

Infatti l’albificazione della materia al nero, nella fase della “nigredo”, viene raffigurata come “lavoro delle donne” da Salomon Trismosin in Spledor solis, XVI secolo – Londra.

D. Stolcius von Stolcenberg, Viridarium chymicum, 1624, Francoforte. “…comprimendo il proprio seno fa del proprio latte virginale un burro salutare con cui ridar la vita ai morti.”

Ancora nell’Atalanta Fugiens di Michael Maier, 1618, Oppenheim, l’alchimista segue le orme della Natura, le impronte simboliche, nelle tenebre dell’ignoranza con l’aiuto del bastone (la ragione), degli occhiali (l’esperienza) e di una lampada (la lettura).

Sandro Botticelli, Iniziazione di un giovane a Venere, 1480. – Louvre, Parigi. Durante il Rinascimento si assistette a una revivescenza degli antichi riti misterici, soprattutto ad opera delle Accademie. Botticelli apparteneva a quella fiorentina fondata dai Medici.

Un’eco del dipinto botticelliano la si ritrova in questa incisione della Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, pubblicata nel 1499: Polifilo condotto da Thelemia innanzi a Philtronia e le sue ninfe.

Ancora un riflesso dello schema sapienziale in queste altre due immagini tratte dal libro di Francesco Colonna: Riti in onore di Venere.

Iside tra Ermete Trismegisto e Mosè del Pinturicchio, 1492-94, Appartamento Borgia, Roma. Nell’ottagono la regina e signora della natura è un altro esempio del ritorno delle antiche dee durante il Rinascimento.

Hieronymus Reussner, Pandora, 1582, Basilea. Dalla mercuriale madre spunta un albero ricolmo di frutti. La venerazione di Sophia da parte dei filosofi è sempre accompagnata da un ricco simbolismo.

Tiziano, Diana e Atteone, 1559, National Gallery of Scotland Edimburgo. Nel Rinascimento con le dee tornano i miti. Per aver visto la vergine Diana nuda, il cacciatore Atteone fu da essa trasformato in cervo e fatto sbranare dai cani. Giordano Bruno interpreta questo mito come un’allegoria del dramma del processo cognitivo.

Andrea del Castagno, La sibilla cumana, 1450. Peculiare dono della donna è quello della divinazione. La sibilla non dice, ma accenna…

Dosso Dossi, Alcina, 1523, Galleria Borghese, Roma. E’ un quadro dal soggetto controverso; in ogni caso, si rappresenta una maga secondo i criteri figurativi che permeano un ambiente ed un’epoca, Ferrara, imbevuti di platonismo.

Statuina in porcellana di un Maestro Massone, Meissen, 1745 circa. Il carlino ai suoi piedi allude alla moda effimera dell’Ordine del Carlino, che si diffuse principalmente in Francia e nelle corti minori di Germania. A tale Ordine, il cui rituale assomigliava vagamente a quello massonico, appartenevano soprattutto mogli e figlie di Massoni. – OFM, Rosenau.

Dama con due carlini. Statuina in porcellana, 1745 circa.- Museo delle Arti Decorative, Colonia.

Sigillo dell’Ordine del Carlino, 10 gennaio 1745. – FM, Bayreuth.

Ammissione di una dama nell’Ordine del Carlino, incisione su rame, 1745 circa. Vi si raffigura l’ammissione di una “mopse” o “carlina”. La candidata porta una benda sugli occhi, ha le mani incatenate e le viene porto un carlino di stoffa da baciare. Nel XVIII secolo questo era il cane da salotto preferito.

Ilustrazione dell’ammissione di una dama in una loggia d’adozione, incisione su rame, Francia, XVIII secolo.

Claudine-Thérèse Willermoz Provensal, sorella di J. B. Willermoz (1730-1824) fu portata al più alto grado dell’Ordine Martinista in un’epoca e in un ambiente in cui la donna non s’imponeva facilmente.

L’imperatrice Giuseppina (1763-1814), moglie di Napoleone, fu Gran Maestra della Loggia d’Adozione “Sainte Caroline”.

La principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871), fu tra le adepte del Giardino, la vendita carbonara femminile, dove tre era il numero sacro che moltiplicato per tre dava il numero delle affiliate che componevano l’assemblea rituale. Questi gruppi femminili parteciparono all’azione risorgimentale. La Maestra Giardiniera portava uno stiletto tra calza e giarrettiera. Pastello di Vincent Vidal, 1836 circa.

Iniziazione di una Massona alla fine del XIX secolo.

Diploma di Maestro Libero Muratore rilasciato da Giuseppe Garibaldi a Susanna Elena Carruthers.

Dalla campagna antimassonica di Léo Taxil, raffigurazione del diavolo Asmodeo durante i lavori di una loggia “mista”. Le presunte rivelazioni sul culto di Satana all’interno delle Logge Massoniche da parte dell’imbroglione Léo Taxil procurarono al suo libro un sensazionale successo verso la fine dell’Ottocento.

Un altro prodotto della passione per fantastico di Taxil fu la “Gran Maestra” Sophie Walder, la bisnonna dell’anticristo.

Frontespizio del foglio di un calendario magico del 1895, Francia. La Massoneria viene così svilita al rango della più bassa stregoneria. Il carattere satanico delle sue riunioni viene associato a quello delle Messe nere, dove una donna nuda funge da altare.

Helena P. Blavatski (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica. Autrice di Iside svelata e La dottrina secreta, che all’epoca ebbero un’incredibile diffusione, fu tra le prime donne, con Annie Besant, a ricevere in un’Obbedienza mista il 33° grado.

Annie Besant (1847-1933), alla morte di Helena Blavatski, successe alla direzione della Società Teosofica.

Maria Deraismes (1828-1894), fondatrice a Parigi del rito massonico e androgino Le Droit Humain, che era su posizioni marcatamente anticlericali e protofemministe.

Grembiule di Venerabile Maestra.

Collare di Venerabile Maestra.

Particolare del Collare di Gran Maestra Onoraria della Gran Loggia Simbolica Femminile d’Italia, 1990 circa, Firenze.

Marcel Duchamp, La Joconde. L.H.O.O.Q., 1919. Con il dadaismo, l’apposizione dei baffi nella riproduzione della celebre Gioconda di Leonardo si presta, letteralmente, ad una dissacrazione avanguardistica, ma un’ulteriore interpretazione anagogica accenna al carattere esoterico dell’androginia, uno dei più frequenti “topoi” dell’ermetismo.

Victor Brauner, La pietra filosofale, 1940. Anche nell’ambito del surrealismo il profondo rapporto della donna con l’alchimia si fa esplicito.

Le copertine dei nostri contemporanei settimanali hanno un non noto antecedente in questa copertina di sapore “liberty” della Libera Muratoria messicana.

Moreno Neri