Convegno “I nobili viandanti del terzo millennio” San Leo 12 luglio 2013

Nella splendida cornice di San Leo, all’interno della fortezza, il Rito Simbolico Italiano si è riunito in tornata rituale, aprendo, poi, irritualmente, le porte del Tempio ai fratelli massoni tutti ed ai profani; l’incontro si è svolto in un clima di fratellanza e amicizia, vero tema della giornata, da dedicare a tutti gli esseri umani, simbolicamente, rappresentati dal nostro Gran Maestro, Fr. Gustavo Raffi.

I relatori hanno parlato delle istanze primarie degli esseri umani, quali la libertà, il diritto a vivere un’esistenza serena, scevra da ogni forma di schiavitù, le sofferenze dei bambini e dell’ esigenza di rifar propri i nostri ideali e valori, vivendo in modo più staccato dalla tecnica, che fa sì che l’uomo sia sempre più isolato con sè stesso non comunicando, più, con i suoi simili, tradizionalmente, avendo sostituito la persona con il mezzo tecnico.

Si è parlato, in sostanza dell’uomo, di questo pezzo d’argilla che vive con il soffio del suo principio e che, dopo quest’ ultimo è l’essere più importante dell’universo.

L’essere uomo è un modo d’essere, che non dipende da nessuna specifica ragione, se non dall’amore che alberga in ognuno di noi, ma che si manifesta solo se facciamo appello a tutte le nostre forze interiori, per essere veramente uomo; ciò significa rappresentare le speranze di libertà, indipendenza, e riscatto sociale ed essere cavalieri dell’ideale, dando la vita per questo , ma vuol dire, ancora, avere una profonda umanità ed essere generosi e semplici, per trarre profitto, anche, dai momenti bui e sapersi contenere quando si viaggia con il vento in poppa.

Noi, massoni, nobili viandanti del terzo millennio, in quanto cosmopoliti, dobbiamo essere costruttori del finito nell’infinito e cittadini del mondo e il nostro modo di vivere deve essere fatto con la naturalezza di movimenti che è in noi; basta solo riscoprirla.

Battiamoci ed impegnamoci, allora, per una fratellanza tra i popoli, per un mondo migliore e più giusto, dove non ci siano più nazioni oppresse ed altre che opprimono, per il rispetto della dignità umana ; questo era il sogno dei nostri Padri, questa è la nostra meta e scopo, che ognuno di noi deve portare avanti con tutto sè stesso.

Oggi viviamo una realtà piena di contraddizioni che minano la serenità di tutti noi , forse si sta smarrendo il vero senso dell’esistenza.

Impegnamoci per abbattere il pregiudizio della diffidenza, aprendo il nostro cuore alla semplicità, al sorriso e alla solidarietà; a quella religione civile, cui si ispiravano i nostri Padri, pur nelle loro diversità di pensiero, che vedeva la politica, nel suo significato più nobile, cioè, come opera finale dell’uomo e compimento di un suo percorso interiore .

Solo così, operando tutti assieme si potrà creare la cultura della pace, rispetto e benevolenza, che deve vivere in noi, in un afflato di affratellamento vero, nel quale tutto gli uomini, come in un’amplissima catena d’amore, si soccorrono, capiscono, sopportano e amano.

Noi, Fratelli Maestri Architetti, abbiamo come punto di riferimento i Cinque Punti della Fratellanza, l’essenza della massoneria italica, che, sempre più, dovrà essere l’immagine di una bussola che guida i viaggi ed il cammino dell’uomo e che evoca l’idea e i valori dei nostri principi, che devono guidarci nel nuovo secolo e nel nuovo millennio, man mano che la gente diventa sempre più interconnessa di quanto non lo sia mai stata in precedenza


Se noi vogliamo raggiungere un nuovo livello di benessere e di pace nel mondo, dobbiamo imprimere maggior forza alla solidarietà, invece dell’individualismo, all’onestà e non alla corruzione, al rispetto e non al disprezzo ed alla compassione invece dell’indifferenza.

L’arte muratoria è una costruzione che esige un duplice lavoro: in primo luogo su se stessi, con l’erezione di un tempio di purezza nel proprio cuore, quindi, una partecipazione alla costruzione della comunità alla quale appartengono gli uomini, realizzando, così, il tempio del Grande Architetto dell’Universo, ma tale costruzione non si realizza domani, in quanto non ha tempo e spazio in un oggi, poichè presuppone la condivisione della vita che comprende l’uomo nella sua totalità e non nella sua frammentarietà fenomenica e sensibile.

L’uomo, che nel suo deambulare cerca il dialogo con l’altro è il simbolo della curiosità e dell’avventura, qualità aperte che portano alla scoperta di se stessi.

In definitiva noi dobbiamo essere simboli per tutti coloro che hanno a cuore il rapporto dell’uomo con il proprio simile e con l’ambiente , mai così promettente, in questo inizio di millennio, eppure mai così drammaticamente pericoloso.

La massoneria italica, depositaria di quelle antiche pergamene, che venivano raschiate per sovrapporvi nuovi testi, che ci vede operai senza ricompensa , nel mondo, per effetto del proprio patrimonio tipico del “mare nostrum”, fatto di profonda religiosità, rispetto, umanità, regole e senso del dovere, che si distingue da ogni altra massoneria, può far sì’ che il globalismo tenda meglio a precisarsi come universalismo e consapevolezza di un tutto intimamente unito.

Essa, proponendosi, pertanto, come il vero volto dell’umanità, porta in grembo il rispetto delle diversità e delle autonomie, affinchè il nostro simile possa trarne giovamento e rientrare nel ciclo vitale ed armonico della vita.

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